‘Da Acerra a Zazzeroni’: uscito il libro di Massimo Pasqualone

Chieti. Esce, per i tipi delle Edizioni Noubs di Chieti, nella collana Liminaria, il volume “Da Acerra a Zazzeroni. Dizionario Emozionale degli artisti d’Abruzzo”.
Autore è il critico d’arte Massimo Pasqualone, docente presso l’Univ. G. D’Annunzio, che raccoglie nel volume oltre sessanta emozioni critiche: Giorgio Acerra, Alessandro Altobelli, Luciano Astolfi, Sonia Babini, Serenella Bacchiocchi, Luisa Balzano, Idolo Barattucci, Alessandro Biondo, Concetta Iaccarino e Marioi Buongrazio, Enrico Cappuccilli, Diego Carchesio, Gabriella Cellini, Stella Cilli, Marco Cimorosi, Leone d’Aguì, Marianna D’Aulerio, Rita D’Emilio, Concetta Daidone, Aldo Di Battista, Roberto Di Giampaolo, Rita Di Marcantonio, Mario Di Paolo, Paola Di Paolo, Mario Di Profio, Angela Di Teodoro, Dora Fabiano, Graziano Livorni, Leila Lorefice, Laima Lukoseviciute, Pasquale Lucchitti, Tonino Macrì, Gianluigi Mancini, Mirta Maranca, Violetta Mastrodonato, Lucio Monaco, Cinzia Napoleone, Bruno Paglialonga, Leonardo Paglialonga, Michelangelo Paglialonga, Tiziana Pantalone, Roberta Papponetti, Alessia Pignatelli, Terezina Radovani, Luca Romano, Vilma Santarelli, Anna Seccia, Marcello Specchio, Fernanda Trozzi, Loriana Valentini, Ada Pianesi Villa, Gianfranco Zazzeroni.

Roberto Di Giampaolo, presidente dell’Associazione Lejo, scrive: “.Massimo Pasqualone è riuscito unendo capacità, competenza ed impegno a far emergere e valorizzare i vari aspetti di ogni proposta artistica, come si evince chiaramente da questo testo. Egli ha trovato la giusta chiave di lettura dei profondi contenuti che ogni artista riversa febbrilmente sull’opera d’arte. Contenuti tutti diversi tra loro ma con un unico filo conduttore: “l’anima dell’artista”. Questa è la grande capacità di Pasqualone , che è riuscito a leggere, tra le pieghe di un vissuto diverso per ogni artista, le reali motivazioni di ogni proposta creativa. L’artista crea, in un tumulto di emozioni, la sua opera d’arte, non sempre riuscendo a razionalizzare gli aspetti più profondi di quanto realizzato. D’altra parte è difficile per una persona ricca di emozioni fare una lucida analisi del proprio operato. Qui entra in gioco il critico d’arte che deve farsi interprete della molla che spinge l’artista a realizzare l’opera, ed intorno a questa costruire quel complesso mosaico di motivazioni che solo parzialmente emergono dall’opera stessa. Massimo Pasqualone, quindi, non si limita ad osservare attentamente l’opera. Egli entra nello spirito dell’artista e ne coglie mirabilmente l’essenza”.

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