Abruzzo: Piccoli viticoltori crescono

“La ragione principale di vivere è la scoperta”, lo disse un certo James Dean, l’attore bello e dannato che purtroppo prese alla lettera ciò scomparendo all’età di 24 anni! Comunque, la scoperta non può avvenire se non si “erra” cioè si va un pò allo sbaraglio su sentieri nuovi e l’evoluzione dell’uomo passa attraverso quest’atteggiamento! In un’epoca in cui la viticoltura in Abruzzo ha espresso una certa staticità- innovativa per usare un ossimoro cioè la presentazione di molte nuove etichette di vini sostanzialmente SIMILI ascoltando le ingannevoli sirene della moda, c’è qualche spirito libero che va controcorrente; questa volta ne prendiamo in considerazione due di province e terroir diversi.

Correva l’anno 2016 quando, in un paese della val vibrata da tempo famoso per la produzione di vino, un padre e suo figlio decidono di mettere in comune la conoscenza in vigna del primo con quella acquisita a scuola (enotecnico alla specialistica di Ascoli Piceno) del secondo per creare l’Azienda agricola Maurizi a Controguerra (TE) con l’obiettivo di “collaborare” con la vigna (che è un microambiente VIVO) non di sfruttarla!

Qui si lavora usando la solforosa il minimo indispensabile ma soprattutto si compiono esperimenti necessari per capire ed evolversi ed in ciò il giovane Morgan Maurizi, ragazzone dal fisico imponente ma dallo sguardo dolce e sincero, è un maestro! Il metodo classico senza dosaggio 36 mesi uscito da poco sul mercato ne è un magnifico esempio in una terra in cui di bollicine si sa poco e si osa poco soprattutto sull’utilizzo di vitigni autoctoni e sul dosaggio.

L’abbiamo testato in enoteca con alcuni clienti e conoscenti ed è stata una piacevolissima scoperta: un gran trebbiano (50%) ben spalleggiato da pecorino, montonico e malvasia delle propria vigna ma soprattutto un’ottima “mano” hanno dato vita ad un eccellente prodotto locale che può dire la sua anche in ambito nazionale e crea un primo passo verso l’evoluzione delle bollicine abruzzesi in versione metodo classico. Secco, strutturato e persistente ma soprattutto ORIGINALE, darà un duro colpo alla staticità delle bollicine concorrenti quasi tutte “copia ed incolla”! Bravo Morgan e suo papà Giulio.

Ci spostiamo a S. Valentino in abruzzo citeriore dove, all’ombra della Maiella e quasi ai piedi della salita al mitico Block House (per un ciclista come me un santuario) c’è la fattoria Rose rosse che, ha operato una scelta coraggiosa: produrre vini i.g.t. e non doc in modo da sfruttare la loro strepitosa vigna di merlot in un terroir con forti escursioni termiche notturne adattissimo per produrre “complessità” e non solo “muscoli”!

Ho assaggiato tutta la batteria dei loro vini rimanendo stupito dai rossi “Orizzonti igt” e “Csatrum Petrae igt” nei quali il montepulciano è una eccellente “spalla” ad un merlot dei migliori come ho degustato in Friuli ed Alto Adige; la ciliegia matura del primo si fonde con l’erbaceo ed il pepe nero del secondo ed anche il loro rosato igt è notevole con una complessità che non ho riscontrato in alcun cerasuolo d’abruzzo mentre i bianchi sono figli di una vigna ancora troppo giovane essendo deficitari di mineralità o sapore finale che dir si voglia MA hanno una bella acidità e complessità aromatica specie il pecorino e la cococciola!

I prezzi sono commoventi sul lacrimevole infatti si va dai 7,50 euro ai 9,50 in enoteca (onesta) per dei vini che potrei definire di “montagna” dove il verde è più verde, i sapori sono più marcati e la gente è più genuina!

Stefano Grilli, enotecario – Enoteca Saraullo – Tortoreto

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