Intervista a Cosmano Lombardo, Chairman del Web Marketing Festival

  1.    Ciao Cosmano, più che chiederti come è nato il WMF mi piacerebbe sapere se, edizione dopo edizione, gli obiettivi che vi eravate prefissati inizialmente sono ancora gli stessi o si sono evoluti con l’evolversi del digital e soprattutto con il crescere delle popolarità e dell’importanza dell’evento?

Ciao Domenico! No gli obiettivi sono rimasti esattamente gli stessi, forse è proprio questo il punto di forza di tutto il Team, cioè quello di creare un evento per l’Italia che sia uno strumento di interazione tra mondi differenti ma nel contempo connessi al digitale, di formazione di qualità e un acceleratore di innovazione.

  1. Quali sono le novità di quest’anno? Ci saranno ospiti prestigiosi?

L’evento è cresciuto e in questa edizione si presenta come un contenitore che include al suo interno circa 50 eventi, con oltre 40 sale formative, 400 tra ospiti e speaker da tutto il mondo e oltre 20 iniziative dedicate.

All’interno di ogni sala formativa prenderà vita un evento vero e proprio sul tema di riferimento, ad esempio come novità posso citare la sala su Blockchain e Criptovalute. Avremo inoltre una sala sul Digital Fashion, una sala dedicata alla Realtà Virtuale e una Digital for PMI, quindi con attenzione particolare alle piccole e medie imprese italiane che hanno bisogno di formarsi. Per questo è nata anche una collaborazione con CNA Emilia Romagna che permette a diverse aziende di accedere all’evento.

Inoltre abbiamo affiancato alla Startup Competition tradizionale – la più grande in Italia giunta alla sua 5^ edizione – anche una Startup Competition Young dedicata ai ragazzi dai 16 ai 22: l’obiettivo è educare i giovani alla cultura dell’imprenditorialità, promuovendo e sostenendo le loro idee innovative.

C’è inoltre un Hackathon sulle Fake News, visto che il tema è molto caldo. L’obiettivo è quello di trovare insieme delle soluzioni per provare a risolvere il problema della disinformazione.

Per quanto riguarda gli speaker, avremo circa 400 tra speaker e ospiti provenienti da tutto il mondo ed è dura nominarne solo alcuni! Vorrei però ricordare: Carlos Bautista (dalla Colombia) – che sta portando avanti un processo di democratizzazione dell’informazione tramite la realizzazione di una piattaforma digitale per la ricerca delle mine – e Gabriele Bellani dell’Università di Bologna – responsabile del progetto Ciclope, la galleria del vento che si trova a Bertinoro e che affronterà tutto il tema di Big Data e Mondo Aerospaziale.

  1. Il tema della Fake News è molto attuale. Che cosa ne pensi? Soprattutto quando se ne parla relativamente ai big player del mondo Tech, penso principalmente a Facebook.

Oltre al Fake News Hackathon, quest’anno al WMF ci sarà un dibattito in cui si parlerà di editoria e qui anche Big Player, tra i quali Facebook verranno coinvolti. Rispetto al tema “Fake News – Big Player del Mondo Tech” io sinceramente penso che spesso si punti il dito su Facebook, ma bisogna sottolineare che non é Facebook a produrre Fake News, non è nel suo interesse. Sicuramente le piattaforme social potrebbero fare di più, ma non possiamo addossare le responsabilità esclusivamente a loro poiché dietro le notizie false ci sono persone che le producono e che le veicolano e le diffondono.

  1.    Come vedi l’Italia e soprattutto l’imprenditorialità italiana rispetto all’innovazione e al web marketing? Inoltre, in merito a gap tra domanda e offerta di lavoro, pensi che siano più avanti gli imprenditori in quanto datori di lavoro (richiesta) o i giovani in quanto digital skill (offerta)?

Vorrei dirti innanzitutto che siamo diventati membri della coalizione DIGITAL SKILLS AND JOB COALITION dell’Unione Europea e che quindi l’attenzione sul tema delle Professioni Digitali da parte è sempre stata molto alta, in particolar modo lo sarà d’ora in poi.

In quanto al grado di sviluppo e innovazione digitale del mondo imprenditoriale italiano non siamo al passo con gli altri Paesi europei, questo è certo, ma questo non significa che non possiamo riprenderci e lavorare sodo per “agganciarli”.

Credo in primis che ci sia stata un’assenza di visione da parte del mondo della formazione istituzionale e che questa mancanza risalga a 10-15 anni fa: non sono stati sviluppati percorsi formativi in grado di rispondere alle richieste del mercato, in particolare non era stata letta in modo chiaro la trasformazione digitale. Per questo motivo i ragazzi che escono dalle università non hanno alcun input in questo senso e si trovano per certi versi spaesati. Per questo motivo, abbiamo sviluppato un laboratorio (WMF Lab) all’interno delle università per avvicinare i giovani studenti alle professioni digitali e al mondo del lavoro.

Dall’altro lato le aziende si son trovate in una situazione difficile, in quanto avevano bisogno di queste professionalità: qualcuno fin da subito si è adattato internamente, convertendo le professionalità interne, altri invece hanno sottovalutato il problema.

Sicuramente nei primi anni non è stato semplice affrontare la situazione, ma oggi la condizione è diversa perché le aziende sono consce della situazione, e anche il mondo accademico si sta muovendo.

  1. In merito alle professioni digitali siete molto attivi, parlo delle vostre iniziative: Digital Job Placement, Startup Competition Young, oltre che della PARTNERSHIP CON UE – DIGITAL SKILLS AND JOB COALITION, porterete avanti queste iniziative durante tutto l’anno? come? e con quali obiettivi?

Certo, la nostra attività sulle professioni digitali è a 360 gradi, abbiamo anche fatto 2 simpatici video per sensibilizzare l’opinione pubblica, chiedendo ai nonni per capire se conoscevano i social come Facebook, e poi abbiamo anche intervistato i nostri genitori per capire se conoscono le professioni digitali, ad esempio SEO, Blogger.

Poi questo passo fatto per entrare tra i membri ufficiali della coalizione europea è esattamente perché vorremo portare avanti un lavoro costante tutto l’anno, anche il DIGITAL JOB PLACEMENT, o il laboratorio nelle università sono attività che svogliamo tutto l’anno.

Vorremmo, non da soli, ma all’interno di un network quale questo della coalizione delle digital skill, provare a contribuire a colmare questo GAP.

Grazie mille Cosmano, è stato davvero un piacere parlare con te.

Un grande in bocca al lupo e buon lavoro!

Grazie a te Domenico, buon lavoro anche a te ed un saluto ai lettori di Cityrumors.

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