Dopo faceapp arriva Zao. E la privacy?

È la app cinese del momento. Zao (disponibile per ora soltanto per iOS) permette di realizzare il sogno di vedere la propria faccia al posto di quella del protagonista di un film famoso o di una serie tv tra le più seguite, da scegliere in un catalogo predefinito. Sarà sufficiente caricare qualche selfie sulla app che utilizza delle reti neurali per creare un deepfake che va a sovrapporre le sembianze dell’utente al posto di quelle dell’attore/celebrità. Una sorta di face swapping (sostituzione del viso) ben realizzata e (quasi) credibile.

Immaginate la vostra faccia al posto di quella di Al Pacino in “L’Avvocato del Diavolo” odi Colin Firth in “Il Discorso del Re”, pronta per essere condivisa con i vostri amici sul web attraverso tutte le piattaforme. O alle conseguenze dell’uso distorto di video manipolati ed utilizzati per nuocere ad altre persone. Si pensi al revenge porn, o anche solo ai casi in cui la situazione creata attraverso l’uso dell’applicazione ponga il soggetto in atteggiamenti ambigui, imbarazzanti o fuori contesto, creando così un falso video capace – se diffuso – di danneggiare seriamente la reputazione di terzi ignari.

Il prezzo, anche stavolta, è la cessione dei propri dati. Una volta effettuato l’upload dell’autoscatto in piattaforma, lo si ceda completamente all’app, anche per scopi di marketing e commerciali. Anzi più foto e video carichiamo, migliore sarà il risultato. Le polemiche sono state immediate, costringendo l’azienda a rispondere, rassicurando gli utenti sul fatto di voler presto modificare la privacy policy.

Avv. Luca Iadecola
Esperto privacy, dpo

 

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