Sisma, Crimi: per la ricostruzione servono misure choc

Il testo, sul quale stanno lavorando gli uffici tecnici, conterrà anche misure riguardanti il sisma che a dicembre ha colpito la provincia di Catania e quelle necessarie a superare le criticità che ancora insistono in Abruzzo a dieci anni dal terremoto del 2009. Ma la maggior parte interesseranno i comuni del centro Italia.

 

 

 

Crimi ne ha indicate alcune: il potenziamento del personale dei Comuni addetto alle pratiche per la ricostruzione – ad oggi sono 700 persone e l’obiettivo è di assumerne almeno altre 350  – la possibilità di affidare agli stessi Comuni tutto l’iter delle pratiche per i cosiddetti ‘danni lievi’ (quelli indicati con la lettera B), la fissazione della scadenza definitiva per la presentazione delle domande per ottenere il contributo dei danni lievi, l’adeguamento del tariffario dei professionisti incaricati di curare le pratiche, l’eliminazione dell’obbligo di non vendere l’immobile fino a due anni dopo la ricostruzione.

 

Anche per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, “che oggi è ferma”, Crimi ha parlato della necessità di “alleggerire le procedure” in quanto l’intero processo sconta, con qualche piccola eccezione, l’applicazione delle procedure ordinarie del codice degli appalti. tra le priorità, il sottosegretario ha indicato la necessità di consentire che la progettazione e tutti i servizi tecnici fino alla soglia comunitaria vengano assegnati con affidamento al prezzo più basso, l’innalzamento della soglia per il ricorso alla procedura negoziata e la riduzione dei tempi di attesa per le procedure di assegnazione dei lavori.

Ma tutto ciò, conclude il sottosegretario, non può prescindere da uno “sviluppo economico e sociale del territorio”: l’obiettivo, spiega, è “scongiurare di ricostruire paesi bellissimi ma disabitati. E per farlo dobbiamo attirare le persone in quei territori e riportarci chi c’era. Questa è la scommessa più importante su cui dobbiamo essere tutti d’accordo”.

 

 

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