Rapporto sanità Crea: passo indietro per l’Abruzzo. I dati

Dopo 40 mesi di governo Marsilio l’Abruzzo è fra le peggiori performance d’Italia nell’annuale rapporto CREA Sanità 2022: terzultimo posto, fanalino di coda fra le regioni a conferma dell’evidente passo indietro fatto nel triennio 2019-2021.

 

Drammatico l’impatto in termini di servizi per i pazienti e le famiglie abruzzesi. Vanificati tutti gli sforzi compiuti durante la legislatura precedente per portare la sanità regionale fuori dal commissariamento e ricominciare a salire la classifica nazionale, cosa che negli anni scorsi era avvenuta, basta confrontare le performance del 2018, ultimo anno del centrosinistra con quelle relative alla Giunta a trazione Fratelli d’Italia.

 

La stasi degli ultimi tre anni, che ha visto crescere il debito sanitario su tutti i territori e ha costretto migliaia di pazienti alla fuga per curarsi, aggiunta alla sonora bocciatura che arriva dalla decima edizione del progetto “Le Performance Regionali” del Centro per la ricerca economica applicata in sanità, sono l’ennesima conferma dell’assoluta mancanza di programmazione sanitaria da parte del governo di centrodestra”, così commenta il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci.

 

“Intanto in Abruzzo c’è chi muore al Pronto soccorso, chi aspetta anche decine di ore prima di essere assistito, con un personale che attende le assunzioni promesse nonostante gli oltre 1.000 milioni di euro in più disponibili tra spese correnti e per investimento. Nel frattempo le zone interne restano senza medici e mezzi del 118, senza specialisti; la prevenzione, anche quella oncologica, sforna solo liste lunghe e tempi biblici; i disabili restano senza sostegni e trasporto: questa è la realtà che trova conferma nel rapporto, una fotografia che certifica il passo indietro fatto con Marsilio – affonda Paolucci – È accaduto per via dell’inerzia e perché, forse, chi governa si è occupato solo della gestione del potere e non di assicurare il meglio ai cittadini, cosa evidente con la rimozione illegittima dei dirigenti Mancini e Mascitelli, ad esempio, scelta per cui graverà sugli abruzzesi anche il costo dei risarcimenti accordati giudizialmente; oppure con la vera e propria corsa alle nomine, unico ambito in cui sono stati efficienti in questi anni, salvo lasciare scoperti reparti e servizi ospedalieri che hanno a che fare direttamente con la salute degli abruzzesi.

Nei numeri del rapporto c’è una bocciatura netta, l’ennesima ai danni di una comunità che deve già fare i conti con una qualità bassissima dei servizi: l’Abruzzo è fra le regioni con un indice complessivo delle performance che non va al di sopra del 30 per cento e che non può essere giustificato dal solito alibi del “covid”, perché la pandemia ha colpito tutti i Sistemi sanitari regionali, non solo il nostro. Vanificata anche la risalita della classifica avviata dalla Giunta di centrosinistra durante la precedente consiliatura: grazie al lavoro che facemmo e al durissimo cammino per uscire dal commissariamento della sanità, avvenuto di fatto nel 2016, le performance migliorarono, tant’è che nel 2018 avevamo guadagnato posizioni, restituendo alla sanità abruzzese un orizzonte e risorse da poter subito investire. Oggi questo cammino si è interrotto, esattamente come si sono interrotte innumerevoli prestazioni sanitarie per i cittadini: un fallimento senza appello di una Giunta che fa solo propaganda. Senza azioni positive, il bilancio può solo peggiorare, come dimostrano i dati di questi ultimi tre anni e i disagi che ogni giorno vive chi deve curarsi”.

Le precisazioni dell’assessore Verì. “Il rapporto Crea Sanità non certifica la qualità dell’assistenza sanitaria nelle Regioni italiane: è bene precisarlo, visto che alcuni esponenti della minoranza in Consiglio regionale stanno facendo passare questo messaggio, omettendo colpevolmente di dire di aver ottenuto lo stesso tipo di classificazione negli anni della loro amministrazione”.

Lo sottolinea l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì.

“Il rapporto – continua l’assessore – prende in esame tutta una serie di elementi, che comprendono addirittura la capacità dei Comuni di garantire l’accesso ai servizi sociali o la loro capacità di spesa di alcuni fondi, oltre alla percezione dei cittadini rispetto ad alcune prestazioni socio-sanitarie. E’ evidente e palese che non si tratta solo di competenze del governo regionale. La minoranza, però, continua a cavalcare la polemica, creando caos e confusione nei cittadini a fini propagandistici. La realtà è ben diversa e in questi anni dell’amministrazione di centrodestra alla Regione sono stati centrati importanti obiettivi per la comunità abruzzese e il nostro lavoro non si è mai fermato, nonostante le tante difficoltà incontrate o ereditate da chi ci ha preceduto”.

 

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