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Pellet contraffatto: maxi-sequestro della Finanza. Una parte era destinata all’Abruzzo

La Guardia di Finanza di Treviso ha sequestrato 117 tonnellate di pellet contraffatto e denunciato 19 persone, tra titolari delle ditte coinvolte e trasportatori, per introduzione nello Stato di prodotti contraffatti, frode in commercio, apposizione di segni industriali mendaci e ricettazione.

 

Il pellet, proveniente da Slovenia, Croazia, Polonia e Ucraina, già confezionato in sacchetti da 15 kg, era pronto per essere commercializzato al dettaglio da diversi rivenditori nelle province di Padova, Roma, Frosinone, Pescara, Campobasso, in frode ai consumatori, ai quali sarebbe stato presentato, nella gran parte dei casi ,come  prodotto certificato con il marchio internazionale ENplus.

Ad insospettire le Fiamme Gialle trevigiane circa la genuinità dei trasporti, tutti eseguiti da imprese di spedizioni estere utilizzando autoarticolati, anch’essi sottoposti a sequestro, sono state la genericità e in alcuni casi la totale assenza di documentazione di accompagnamento del  prodotto, oltre  alla carenza di informazioni sulle stesse confezioni del pellet.

Nel 2019, il consumo di pellet in Italia ha superato i 3,2 milioni di tonnellate. Oltre il 40% del materiale viene  distribuito da aziende italiane certificate, la restante parte da aziende straniere. Le attività di rivendita propongono diffusamente pellet certificato in classe A1 (circa  80-85%) e, in misura inferiore, in classe A2 (circa7-12%). La restante parte è prodotto non certificato. Le  contraffazioni riguardano in particolare il materiale non certificato, che viene falsamente spacciato per prodotto di classe A1.