Lo “sdijuno” migliora la qualità della vita: la conferma da uno studio dell’Università di Teramo

Il primo articolo sperimentale del progetto “CenTEnari” dal titolo “Early dinner time and caloric restriction lapse contribute to the longevity of nonagenarians and centenarians of the Italian Abruzzo region: a cross-sectional study” è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Frontiers in Nutrition.

Tra gli autori, oltre a Mauro Serafini, responsabile dello studio, Donato Angelino e Francesca Pietrangeli, tutti della Facoltà di Bioscienze dell’Università di Teramo.

Gli autori, in questa fase pilota dello studio, hanno intervistato 46 nonagenari e 22 centenari – il più longevo di 107 anni – della provincia di L’Aquila per raccogliere informazioni relative al loro stato di salute, allo stile di vita e alle abitudini alimentari.

La principale novità dell’articolo scientifico è rappresentata dalla prima evidenza disponibile sull’importanza della crononutrizione, l’orario dei pasti in linea con i ritmi circadiani, per la longevità. Più del 95% degli intervistati erano soliti “sdijunare”, che in dialetto abruzzese significa “rompere il digiuno della notte”.

I dati raccolti hanno confermato come la cena venisse consumata tra le 19.00 e le 19.30, garantendo un basso stress post-prandiale notturno e in linea con la ridotta attività metabolica negli orari notturni. Seguiva, intorno alle 6.00/6.30 della mattina seguente, una colazione salata di circa 200-300 calorie e successivamente il pranzo, il pasto più abbondante, intorno alle 12.30. In questo modo si è identificata una finestra di “restrizione calorica” di circa 17 ore, dalla cena al pranzo successivo, che permetteva di non “stressare” l’organismo.

Non solo, questo approccio permetteva di affrontare il pranzo delle 12.00 in maniera efficiente dal punto di vista metabolico, mantenendo bassa la risposta infiammatoria e contenendo lo stress post-prandiale. Questa abitudine alimentare abruzzese è perfettamente in linea con le più recenti evidenze scientifiche che suggeriscono l’importanza di limitare l’apporto calorico la sera, quando il metabolismo rallenta seguendo i ritmi circadiani, e di contenere lo stress metabolico, fattore che potrebbe essere, insieme ad altre variabili, alla base della longevità abruzzese.

I risultati hanno anche evidenziato come la stragrande maggioranza degli intervistati goda di ottima salute dal punto di vista cardiovascolare e con una bassissima incidenza di patologie croniche importanti. 

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