Legalità nelle case popolari: la proposta di legge del M5S

Cambiare radicalmente l’assetto delle periferie e ripristinare la legalità all’interno degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.

 

E’ l’obiettivo della proposta di legge elaborata dal Movimento 5 Stelle Abruzzo, impegnato per “porre la parola fine sull’abusivismo e l’utilizzo delle case popolari come ricettacolo di criminalità”.

A proporre il progetto di legge – l’operazione è stata denominata “La legalità è di casa” – è il consigliere regionale Domenico Pettinari. Secondo i pentastellati, una volta intervenuti in tal senso “il passo successivo sarà quello di tornare a formare le nuove generazioni attraverso lo sport, la cultura e la formazione professionale.

 

Nel corso di una conferenza stampa, affiancato dal collega Riccardo Mercante e dal capogruppo M5s in Consiglio regionale, Pietro Smargiassi, Pettinari ha spiegato che i “punti critici” sono stati individuati grazie “alla costante attività sul territorio e all’ascolto della cittadinanza residente nelle case popolari”.

 

I 5 stelle, per “liberare le periferie dalla morsa della criminalità” propongono di rendere inaccessibili gli alloggi popolari a tutti coloro che hanno riportato condanne penali passate in giudicato per reati gravi, limitazione si estende sia a chi riceve la condanna durante l’alloggio, sia a chi risulti condannato nei cinque anni precedenti alla domanda di assegnazione, e che interessa l’intero nucleo familiare.

Il M5s propone inoltre la modifica della legge regionale 96/96 relativa al decadimento dell’assegnazione in caso di utilizzo dell’abitazione per attività illecite: l’idea dei pentastellati è di estendere la limitazione anche nei locali adiacenti le mura dell’abitazione, come androni, locali autoclave, scale e sottoscale.

 

Sport e formazione professionale sono i punti cardine individuati dal M5s per “dare un’alternativa alla criminalità a tutti quei ragazzi che vivono in situazioni difficili” perché “la lotta all’abusivismo negli alloggi popolari non può prescindere da una forte spinta verso la cultura della legalità”.

LA PROPOSTA

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