La scuola abruzzese manifesta a Roma: le criticità

La scuola abruzzese ha partecipato attivamente alla manifestazione nazionale di oggi a Roma per affermare con forza che va data priorità alla scuola.

 

Un nuovo patto tra scuola e società per promuovere una scuola sicura ed avanzata. Tutto ciò che verrà destinato alla scuola sarà un investimento per il futuro del sistema Italia.

In una nota le sigle sindacali abruzzesi del mondo della scuola hanno evidenziato una serie di criticità.

La piena diffusione su tutto il territorio delle reti di connessione e la disponibilità per tutti gli studenti di dispositivi pienamente rispondenti alle possibilità della didattica a distanza. Una regione caratterizzata da piccoli centri ed aree interne montane non raggiunte dalle reti di connessione avanzate.

L’effettiva dotazione di tutte le classi e sezioni della scuola abruzzese di strumentazioni digitali avanzate.

La costruzione di edifici scolastici sicuri ed innovativi. Con le risorse del recovery fund si possono perseguire contemporaneamente gli obiettivi di recuperare i ritardi decennali sull’edilizia scolastica e del rilancio dell’edilizia e di tutto il relativo indotto.

Il recupero dei tagli operati negli ultimi vent’anni sul personale scolastico, in particolare sul personale amministrativo ed ausiliario l’adeguamento della rete di trasporti.

La stabilizzazione del personale della scuola: ogni anno si assiste al fenomeno del reclutamento di oltre 2500 docenti ed ATA su posti che vengono individuati come necessità annuale, ma in realtà costituiscono una costante da oltre dieci anni per l’insufficienza degli organici delle scuole.

La valorizzazione del personale della scuola: in dieci anni si è avuto un unico rinnovo contrattuale. E’ necessario rendere attrattive le professioni della scuola per migliorare il sistema scolastico.

L’adeguamento o l’abolizione dei numeri chiusi all’Università di L’Aquila per l’accesso ai corsi di laurea per gli insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria e per l’accesso ai corsi di insegnanti di sostegno. I numeri attuali corrispondono a malapena ad un decimo delle reali necessità.

 

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