Il Premio Borsellino riunisce tutto il gotha dell’antimafia italiano

“La cerimonia di assegnazione del Premio Borsellino mette insieme a Pescara il gotha dell’antimafia italiano” . A scriverlo è il quotidiano “La Stampa. (https://www.lastampa.it/torino/2019/10/26/news/il-pm-sparagna-vince-il-premio-borsellino-e-lo-dedica-al-collega-morto-un-anno-fa-1.37792265) .

 

Una delle tante testate nazionali che ha dedicato attenzione a questa manifestazione che infatti ha messo insieme nel teatro Massimo pescarese 1000 studenti da tutto l’Abruzzo insieme a Manfredi Borsellino, al Prefetto Franco Gabrielli Capo della polizia prefetto; il vice Ministro dell’Interno Vito Crimi; il Presidente della Commissione bicamerale antimafia Nicola Morra; il Prefetto Luigi Savina Presidente del 24 Premio Borsellino Pasquale Angelosanto generale dell’arma comandante dei ROS; Leonardo Guarnotta già membro del pool antimafia con Falcone e Borsellino; Giovanna Boda dirigente del Miur; Giovanni Bombardieri Procuratore di Reggio Calabria; Michele Prestipino Procuratore di Roma;, i sostituti Procuratori Roberto Sparagna di Torino e Alessandra Cerreti di Milano;, i Questori Alessandro Giuliano di Napoli e Renato Cortese di Palermo; Fabrizia Francabandera Presidente della Corte di appello de l’Aquila, e tutte le Autorità regionali tanto da far scrivere al quotidiano torinese che questa rassegna educativa “ …è oggi ritenuta univocamente la più importante manifestazione italiana, e quindi europea, sui temi della legalità” .

 

Possiamo dire che al Teatro Massimo di Pescara Sabato si è incontrato il primo forum nazionale dell’Antimafia. A conclusione di una rassegna storica – con il suoi 27 anni di storia luminosa – considerata la più qualificata, seguita, coerente e credibile manifestazione che si svolge oggi contro le mafie. Tutto lo Stato si è stretto a Pescara attorno al Premio Borsellino perché il 23 maggio e il 19 luglio sono date incancellabili per gli italiani. La memoria delle due stragi in una rapida quanto disumana sequela criminale è iscritta con tratti forti nella storia della Repubblica e fa parte del nostro stesso senso civico. Stragi che, a un tempo, hanno segnato la morte di valorosi servitori dello Stato, ma anche l’avvio di una riscossa morale, l’apertura di un nuovo orizzonte di impegno grazie a ciò che si è mosso nel Paese a partire da Palermo e dalla Sicilia, grazie alla risposta di uomini delle istituzioni, grazie al protagonismo di associazioni, di giovani, di appassionati educatori.

 

Tutto lo Stato è andato a Pescara perché se oggi il paese è più forte e più libero lo deve a persone come Falcone e Borsellino. Perché ricordare le figure di questi servitori dello Stato, il loro impegno, è fondamentale in una guerra che ancora non è vinta. In uno scontro che non consente mediazioni e che si combatte su più fronti. Su quello della prevenzione e della repressione ma anche su quello culturale. Alle parole appassionate di Gesualdo Bufalino facevano eco gli appelli del giudice Caponnetto: “prima di tutto serve un esercito di maestri per combattere la mafia”. È una battaglia che lo Stato italiano porta avanti con decisione ma che non può essere vinta se non si istilla nelle persone il senso profondo della giustizia e della legalità. Per questo è fondamentale perpetuare il ricordo di chi ha perso la vita per difendere i valori più importanti della nostra comunità.

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