Il M5S sulle criticità del progetto di legge regionale 135/2020 in materia urbanistica

Pescara. Il Consigliere regionale del M5S Barbara Stella e il Capogruppo M5S al Comune di Pescara Erika Alessandrini sono intervenute per evidenziare le criticità del progetto di legge regionale 135/2020, che interviene in materia urbanistica.

La PL 135/2020, che riguarda modifiche e integrazioni alle Legge regionale 18/1983 e 11/1999, è stata presentata come una legge che dovrebbe apportare semplificazione in materia urbanistica. La realtà è un’altra: se il Consiglio regionale approverà questo progetto di legge verrà cancellata ogni traccia di pianificazione territoriale con conseguenze devastanti per le nostre città. Di questo ne sono convinta io ed anche la quasi totalità dei soggetti che in queste settimane abbiamo audito in sede di commissione consiliare seconda. È chiara a tutti la necessità di ammodernare una legge regionale sull’urbanistica che ha quasi 40 anni, ma la PL135 va nella direzione opposta, tornando ai tempi della monarchia quando la popolazione veniva esclusa dai procedimenti di pianificazione. Rendere una regola le deroghe agli strumenti urbanistici e sottrarre gli enti e i cittadini dalla possibilità di presentare osservazioni non è una semplificazione ma un atto incostituzionale, in quanto impossibile e inaccettabile la negazione al cittadino della tutela di interessi giuridicamente rilevanti quali il diritto alla partecipazione al procedimento amministrativo sancito dalla legge urbanistica fondamentale dello Stato italiano del 1942 e da ogni principio di buon senso. Questo è quanto dichiara il Consigliere regionale del M5S Barbara Stella che questa mattina ha convocato una conferenza stampa insieme alla capogruppo del M5s al Consiglio comunale di Pescara, Erika Alessandrini, che interviene: “La Regione non può pensare di snellire le procedure tagliando all’inverosimile i tempi di istruttoria ai Comuni, già a corto di personale, per valutare i progetti di trasformazione del territorio. Piuttosto pensi lei a ridurre i tempi delle istruttorie dei propri uffici e del Genio civile rafforzandone la dotazione di personale, considerando che nei procedimenti di verifica regionali dei piani comunali e dei piani di lottizzazione privati dopo 60 giorni la legge prevede il silenzio diniego”.

E prosegue Erika Alessandrini, “una delle parti più critiche della legge riguarda l’art.5 che contiene un lungo elenco di casi che non costituirebbero varianti agli strumenti urbanistici. In buona sostanza non esisterebbero quasi più progetti che rappresentano variante ai piani regolatori, di fatto cancellati con un colpo di spugna e con loro 60 anni di urbanistica italiana. Sarebbe quasi come sostenere che per fare divertire il pubblico sportivo, si dovessero smontare pali e traverse dal campo così che ogni tiro verso il portiere possa diventare un goal. Una partita a senso unico nella quale non sarebbe più possibile difendere la tutela del territorio e l’equilibrio tra il diritto a costruire e il pubblico interesse. Addirittura, per quanto concerne l’occupazione di suolo pubblico, si potrà occupare qualsiasi spazio anche ove trattato a verde”, in netto contrasto con l’articolo 6 della legge n.10 del 2013, “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”. E concludono le pentastellate, Stella e Alessandrini, “chiediamo a gran voce alla maggioranza di centrodestra, di riportare in commissione questo progetto di legge per approvare le modifiche necessarie all’adeguamento della legge 18/1983, in seguito alla riorganizzazione amministrativa delle Provincie e stralciare tutte quelle modifiche e quegli articoli che in modo frettoloso – apparentemente – vorrebbe risolvere problemi che derivano da una legge che dovrebbe essere aggiornata, come la L.R. 18/1983. Chiediamo ai Sindaci di far sentire forte il proprio dissenso rispetto a questa legge che, d’imperio, non soltanto vuole sottrarre ad ogni Ente Locale la possibilità di controllare e gestire il proprio territorio, ma nel farlo elimina anche ai Comuni importanti fondi che derivano oggi proprio dagli strumenti urbanistici che vengono cancellati. Questo è un progetto di legge volgare, pasticciato e pieno di errori e se qualche consigliere regionale, con la scusa del Covid, pensa di risolvere i problemi di qualche progetto bloccato di un’impresa amica o peggio ancora di sistemare qualche situazione personale, ha sbagliato di grosso. Difenderemo il nostro territorio e la vivibilità delle nostre città con ogni mezzo politico e giuridico necessario, non permetteremo mai che, per gli interessi di qualcuno, a pagare sia un’intera regione”.

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