Il Covid interrompe la crescita di imprese femminili: l’Abruzzo tra le regioni più colpite

Pescara. C’era una volta la provincia di Chieti che, a luglio scorso, con un numero di imprese pari al 28,8% del totale, risultava la terza provincia più rosa di Italia. Oggi è una delle province che, con una variazione del -1,02%, più di altre ha subito una battuta di arresto tratteggiando uno scenario regionale ben distante dal passato.

Mentre il sud continua a crescere, seppure in maniera moderata, con quasi 1.300 imprese in più, pari al +0,26%, l’Abruzzo ha una variazione in negativo del -0,62% che l’accosta alla media del Nord Est anziché a quella del Mezzogiorno o del Centro Italia.

La crisi si fa sentire, dunque, anche sulle imprese femminili, interrompendone la rincorsa che andava avanti da sei anni. A fine 2020, infatti, l’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere registra a livello nazionale un calo dello 0,29%, pari a quasi 4mila attività in meno rispetto al 2019. Una perdita contenuta che interrompe però una crescita costante dal 2014. Le imprese guidate da donne sono un milione e 336mila. Scende, seppur di poco, anche il loro peso sul totale del sistema produttivo nazionale: ora è pari al 21,98%, a fronte del 22% del 2019.

I dati di fine 2020 mostrano però che la gestione dell’emergenza sanitaria ha prodotto una battuta d’arresto soprattutto sulle imprenditrici giovani. Sebbene il tessuto produttivo femminile resti comunque mediamente “più giovane” di quello maschile, le aziende guidate da donne di meno di 35 anni di età hanno ridotto lievemente il proprio peso sulla componente imprenditoriale femminile. Le attuali 154mila attività di giovani donne sono, infatti, l’11,52% del totale, mentre nel 2019 erano il 12,02%. In Abruzzo risulta esserci un saldo in negativo del 4% lievemente inferiore alla media nazionale del 4,45%.

Su queste dinamiche ma anche sul coinvolgimento delle Camere di commercio nelle azioni di supporto al fare impresa delle donne si è concentrato l’incontro promosso da Unioncamere con la rete dei Comitati per l’imprenditorialità femminile e con le associazioni di categoria, a cui ha partecipato la presidente del Comitato per l’Imprenditoria femminile della Camera di Commercio Chieti Pescara Luciana Ferrone.

“L’occupazione è scesa di 440mila unità, di cui 312mila sono donne. Dati allarmanti per i quali lo stesso Recovery Fund, senza i dovuti correttivi, può fare ben poco: anzi rischia di acuire le già note diseguaglianze di genere. Ritengo di fondamentale importanza il ruolo che dovrà svolgere il Ministero delle Pari Opportunità nominato da Draghi e presieduto da Elena Bonetti su alcuni temi rimasti irrisolti: dalla valutazione prima e dopo dell’impatto di genere di ogni provvedimento alla cura domiciliare di anziani e disabili, dalle misure che eliminino il divario salariale tra uomini e donne al tempo pieno nella scuola dell’obbligo, dagli investimenti per combattere gli stereotipi di genere ai congedi di paternità. Per quanto riguarda il territorio, insieme alle donne del Comitato, stiamo stilando un programma per il 2021 che punti su due temi particolarmente importanti, come la finanza agevolata e la digitalizzazione. Ci sono opportunità di investimenti per le donne ma sussiste un approccio bancario spesso penalizzante. E poi le donne sono meno orientate all’innovazione tecnologica: un trend che deve assolutamente cambiare”.

In occasione dell’8 marzo, la Camera di Commercio Chieti Pescara presenterà uno studio commissionato all’Istituto Tagliacarne, sull’andamento delle imprese femminile a Chieti e Pescara.

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