Fondi Masterplan. Lolli: in piazza se il Governo non modifica il decreto VIDEO

“Se il Governo nazionale non cancellerà questa decisione in sede di conversione del Decreto, chiameremo l’Abruzzo a scendere in campo per far sentire forte la nostra voce contro questo scippo”.

 

Lo ha detto, questa mattina a Pescara, il presidente vicario Giovanni Lolli, nel corso di una conferenza stampa convocata per fare il punto sul provvedimento del Governo – inserito nel Decreto Genova – in cui è previsto che i 250 milioni di euro necessari alla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 siano anticipati dalle Regioni Abruzzo e Lazio (rispettivamente per 200 e 50 milioni). Fondi che, nel caso dell’Abruzzo, verrebbero attinti dalle disponibilità di cassa necessarie a far fronte agli impegni assunti nella programmazione del Masterplan, che vedrebbero dunque un azzeramento dei trasferimenti agli enti attuatori sia per il 2018, che per il 2019.

Lolli ha ripercorso la vicenda insieme al presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio e al direttore generale della Regione Vincenzo Rivera. “In questa storia – ha sottolineato Lolli – ci sono una serie di evidenti anomalie: la prima riguarda la natura dell’intervento di messa in sicurezza delle autostrade, che è di competenza statale, in quanto è lo Stato che incassa il canone di 56 milioni di euro l’anno dal concessionario, non certo la Regione.

Stabilito questo, va anche precisato che siamo perfettamente consapevoli dell’urgenza degli interventi e proprio per questo, già prima del crollo del ponte Morandi a Genova, avevamo discusso con il Governo delle iniziative da intraprendere. Con il precedente esecutivo eravamo riusciti a ottenere lo stanziamento dei 250 milioni (in rate da 50 milioni l’anno a partire dal 2021), una parte dei quali è già nelle casse del concessionario, a cui è stata data la possibilità di trattenere l’ammontare dei canoni relativi agli ultimi 2 anni, pari a circa 110 milioni di euro, destinandoli ai progetti per la messa in sicurezza dell’infrastruttura.

Oggi, invece, scopriamo che anche questa somma non è stata tenuta in considerazione nei conteggi fatti dal Governo”. Lo scorso luglio c’era stata una riunione, con i tecnici della Regione Lazio e dei ministeri della Coesione e dei Trasporti, in cui era emersa la difficoltà del concessionario a farsi anticipare dalle banche il finanziamento statale, stanziato e non ancora erogato. “In quella sede – ha continuato il presidente vicario – le Regioni avevano dato la disponibilità a rinviare alcuni progetti: nel caso dell’Abruzzo si era parlato del prolungamento dell’asse attrezzato di Pescara e dell’acquisto di nuovo materiale rotabile, destinando le relative risorse ai lavori sulle autostrade.

Nel Decreto Genova, però, di tutto questo non c’è traccia e si parla solo di anticipazioni di cassa quasi interamente a carico della nostra Regione”. Rivera ha specificato che nel Decreto non è comunque previsto il definanziamento dei progetti contenuti nel Masterplan, ma bensì il rallentamento dei flussi di cassa, che verrebbero ripristinati successivamente, prolungando la scadenza del programma al 2025, invece del 2023 come previsto ora. “Il punto – ha rimarcato il direttore generale – è che dei 753 milioni di euro di fondi Fsc assegnati all’Abruzzo per il Masterplan, la Regione ha firmato convenzioni con i soggetti attuatori pari a 700 milioni di euro. All’interno di questa cifra, progetti per un ammontare di ben 536 milioni sono già stati caricati sulle piattaforme ministeriali, e contemporaneamente gli assegnatari hanno caricato i finanziamenti nei loro bilanci, ricevendo in alcuni casi anche degli anticipi.

E’ chiaro, quindi, che se la norma del Decreto non dovesse essere modificata in Parlamento, si verificherebbe una situazione di caos indicibile, con un altissimo rischio di contenziosi”. Mercoledì al ministero per la Coesione è stata convocata una nuova riunione, in cui Lolli e Rivera chiederanno ufficialmente la modifica del provvedimento, che metterebbe a rischio progetti rilevanti per il territorio, a partire dalla manutenzione delle strade provinciali.

“Se non dovessimo ottenere risultati – conclude il presidente Lolli – siamo però pronti a una grande mobilitazione, in cui coinvolgeremo cittadini, associazioni, sindacati e organizzazioni di categoria, oltre a tutti i parlamentari eletti in Abruzzo, che dovranno impegnarsi, al di là delle proprie appartenenze politiche, per bloccare una follia che ci auguriamo sia frutto solo di disattenzione e non della volontà di penalizzare un territorio già alle prese con numerose emergenze”.

 

 

Renzo Di Sabatino (Pd). Nessuno di noi mette in dubbio la necessità di garantire la manutenzione della A24 e A25, ma non riusciamo a capire perché devono essere gli abruzzesi a pagare il conto, dato che gli introiti dei pedaggi autostradali vengono suddivisi fra Stato e Autostrada dei Parchi. Che siano loro a farsi carico di questi lavori, non i cittadini abruzzesi, che vedranno sparire i fondi per opere strategiche per il nostro territorio, che erano già stati assegnati con la delibera Cipe n. 26/2016”.

Con queste parole il segretario regionale Pd Renzo Di Sabatino interviene nuovamente sulla decisione del governo di finanziare la messa in sicurezza delle autostrade azzerando il fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2025.

“Il prelievo ammonta a 242milioni, di cui 200milioni circa saranno prelevati dal FSC della Regione Abruzzo. Su 753milioni in totale, perderemo oltre 50milioni già assegnati ma non convenzionati, soldi che avrebbero permesso di realizzare, fra l’altro, il depuratore a Pescara o la centrale Enel di Teramo, e altri 150milioni già convenzionati dalla Regione e dagli altri enti locali che da tempo ci stanno lavorando.

Questo è il regalo che il governo sta facendo all’Abruzzo, nel totale disinteresse dei suoi parlamentari giallo-verde, che in queste ore stanno tentando di mascherare questo vero e proprio furto ai danni degli abruzzesi arrampicandosi in ogni modo sugli specchi e cercando di scaricare su altri le loro responsabilità. Non permetteremo che questo accada e faremo sentire la nostra voce con fermezza in ogni sede opportuna”.

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