Fase due nel trasporto pubblico. Giuliante (TUA): il numero degli autobus è finito. Ritardi nel ripensare il sistema

Questione di responsabilità e ritardi nella volontà di ripensarsi. E’ il titolo di una sorta di lettera aperta di Gianfranco Giuliante, presidente della Tua, alla vigilia del 4 maggio: ossia l’avvio della tanto attesa fase due.

 

L’intervento

 

“Lunedì 4 si riparte. Si preconizza che in “tanti” potrebbero tornare ad usare i mezzi di trasporto pubblico”, scrive Giuliante.

L’Inail sottolinea che l’intero TPL “deve essere considerato un contesto di aggregazione medio/alto con possibilità di rischio alto nelle ore di maggior frequenza”.

Tutto ciò presuppone affrontare il correlato problema delle responsabilità. Ce ne sono di soggettive, proprie dell’azienda, che deve adeguarsi a ciò che le compete: sanificazione, mascherine, gel, autista separato.

Ce ne sono di oggettive che, diciamo subito, la TUA non intende assumersi.

Il necessario distanziamento sociale presuppone che tra ogni utente ci sia un metro di distanza. Il cerchio di un metro per ciascuno fa sì che ogni utente occupi 3,14 metri quadri (ce la ricordiamo la geometria? Area del cerchio raggio per raggio per 3,14).

Un autobus ha fruibili dai 30 ai 35 metri quadri. Il calcolo è facile: circa 12 persone per corsa. E gli altri? Chi controlla i possibili e quasi certi trasgressori? Non certo il personale TUA che non ha lo status giuridico per impedire e/o sanzionare un comportamento anomalo e poi rischierebbe una sovraesposizione al contagio muovendosi e baccagliando tra soggetti che non vogliono adeguarsi alle disposizioni di legge!

Sicuramente non le Forze dell’ordine, che avrebbero lo stato giuridico per sanzionare, ma che se utilizzate per questo finirebbero per non svolgere le mansioni ordinarie. Quindi? La nostra richiesta di un ridisegno complessivo del sistema con diluzioni di orario (fabbriche), percorsi privilegiati per autobus (comuni) si è ad oggi scontrato con ritardi nelle risposte e/o pigrizie circa la volontà di ripensarsi. Questo, attualmente, lo stato dell’arte.

Aspettiamo con preoccupazione “il 4” (speriamo naturalmente di sbagliare).

Ma su un dato abbiamo certezza: al caos non si potrà rispondere a caso.

Il numero degli autobus è finito, il numero delle utenze è superiore alla capienza imposta, molti rimarranno a piedi con possibilità di assembramenti diffusi e con conseguenze non auspicabili. Speriamo effettivamente ci siano mascherine per tutti.

Per l’intanto, alle nostre gare a 0,5 centesimi a mascherina, ad oggi, non ha ancora risposto nessuno.

“Se all’emergenza sanitaria e a quella finanziaria si somma il timore che le nuove regole non siano efficaci, la ripartenza rischia di far implodere il sistema”, chiude Giuliate.

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