Dieci milioni nel cassetto: le imprese abruzzesi beffate da una legge-fantasma

Con il caro energia che sta mettendo in ginocchio altre migliaia di micro imprese abruzzesi, molte di loro sono ancora in attesa dei fondi della legge regionale n°9/21 varata per l’emergenza Covid, ma le cui tracce si sono perse per strada; nonostante i 10 milioni di euro stanziati (forse con una norma finanziaria “aleatoria”?), un’approvazione unanime in Consiglio regionale, la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Abruzzo, gli annunci trionfali a mezzo stampa.

 

Con il risultato che nelle tasche delle imprese non è entrato nulla, unendo così al danno patito pure la beffa, adesso che le bollette salgono in modo vertiginoso.

Tornano ad alzare la voce, difendendo i diritti delle imprese abruzzesi, sette sigle rappresentative del mondo dell’artigianato, del commercio, della piccola industria, dei servizi e del turismo (Casartigiani, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio e Confeserecenti) che giudicano «inaccettabile, inammissibile e ingiustificabile il comportamento tenuto dalla Giunta regionale sulla questione, arrivata ormai al limite della tollerabilità». «Nel marzo scorso, dopo dieci mesi di silenzio tombale – ricostruiscono ora in una nota congiunta – il governo regionale, senza alcun fondato motivo e senza alcuna preventiva condivisione con le forze economiche abruzzesi, aveva proposto con una delibera la rimodulazione unilaterale del testo della legge, pubblicata il 18 maggio 2021 con il numero 9. L’intera dotazione veniva indirizzata verso una e una sola delle misure contenute, il piccolo prestito, contravvenendo alla lettera della norma, nata per sostenere le imprese della ristorazione e del turismo penalizzate dalle “zone rosse” Covid».

Poi, prosegue la nota, “con l’apertura di una nuova, faticosa trattativa con un governo regionale sempre riluttante al confronto, avevamo ottenuto l’assicurazione che la misura più adatta al mondo delle imprese contenuta nella legge, ovvero la creazione di un fondo destinato all’abbattimento dei tassi di interesse e dei costi delle garanzie prestate dai confidi (cioè quella che avrebbe garantito l’effetto moltiplicatore più elevato: con 10milioni si possono dare finanziamenti a più di 5mila imprese per un totale di 140milioni di euro) avrebbe avuto a disposizione solo un milione e mezzo di euro. Purtroppo, anche di quell’impegno, non resta oggi traccia alcuna, se non il silenzio assordante che ha accompagnato tutte le nostre sollecitazioni successive”.

Adesso – concludono Casartigiani, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti – abbiamo deciso di rompere noi il silenzio, soprattutto perché incombe questa nuova emergenza energetica: chiederemo alla Giunta regionale, con le altre forze produttive e i sindacati dei lavoratori, di mantenere il milione e mezzo per il fondo, destinando il resto al contenimento degli enormi aumenti delle bollette. E chiediamo anche alle forze politiche di maggioranza e di opposizione di sottrarre un minuto alla loro campagna elettorale per rispondere di questa vicenda inqualificabile alle imprese abruzzesi e di pronunciarsi sulla nostra proposta”.

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