Crisi imprese artigiane, Abruzzo la peggiore regione in Italia

Abruzzo. Negli ultimi 4 anni le piccole aziende e le imprese artigiane abruzzesi sono diminuite drasticamente di numero e continua senza sosta la loro crisi mentre il governo regionale nulla ha fatto per intervenire con misure adeguate per limitare i danni in un settore che più di altri soffre gli effetti del proliferare dei negozi virtuali e la concorrenza della grande distribuzione”.

 

E’ quanto afferma il Consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo che spiega quanto segue: “Leggendo i numeri del terzo trimestre 2018, pubblicati a seguito di una indagine condotta da Aldo Ronci per la Cna Abruzzo su dati Movimprese, constatiamo come in Abruzzo le micro imprese, per la prima volta, scendono sotto quota 30 mila unità con un trend negativo quattro volte superiore alla media italiana.

Infatti, le aziende artigiane hanno segnato una flessione di 99 unità, peggior risultato degli ultimi quattro anni. La decrescita percentuale delle imprese artigiane è pari allo 0,33% (quello medio italiano che si è attestato allo 0,08%) e pone la nostra regione addirittura all’ultimo posto nella graduatoria nazionale. Un pessimo risultato mai registrato nella storia della nostra Regione che oggi vede per l’esattezza 29.988 piccole aziende a fronte delle circa 36 mila di qualche anno fa.

Solo nei primi nove mesi dell’anno 2018 registriamo una flessione di ben 432 unità che conferma l’andamento assai peggiore della media nazionale: 1,40%, valore doppio rispetto allo 0,72% italiano”. “Da tempo – continua Febbo – ho lamentato lo scarso utilizzo delle risorse europee e dei fondi regionali da utilizzare in questo settore fortemente in crisi.

A tutto questo si deve aggiungere l’assurda decisione assunta dalla Regione di centrosinistra di escludere i Confidi (specifici consorzi nati per svolgere attività di prestazione di garanzie per agevolare le imprese nell’accesso ai finanziamenti) dalla gestione dei fondi comunitari, mettendo ancora più in difficoltà il sistema delle imprese e negando loro l’accesso al credito. I Confidi hanno avuto invece da sempre un ruolo fondamentale per la vita delle piccole aziende e quelle artigianali e questa preclusione è ancora più pesante dato che in quanto in Abruzzo manca un sistema bancario locale. Nonostante i richiami giunti in più occasioni e nei vari tavoli da tutti i portatori d’interesse questo Governo regionale è rimasto sordo, non riuscendo a produrre risposte credibili senza investire risorse da dedicare alle imprese artigianali né impegnando economie di bilancio per finanziare la legge regionale vigente né tantomeno attuando politiche di rilancio per l’accesso al credito tramite i Confidi”.

“Pertanto – conclude Febbo – questi preoccupanti numeri negativi bocciano completamente l’operato di questo governo regionale e dimostrano ancora una volta il fallimento delle politiche di questa regione Il mancato utilizzo dei fondi europei, l’accesso al microcredito e il mancato rilancio del ruolo dei Confidi sono priorità che devono necessariamente tornare nell’agenda del prossimo Governo regionale di centrodestra”.

 

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