Coronavirus, tensioni nelle carceri anche in Abruzzo. I sindacati: lo Stato intervenga

Uno scenario apocalittico e davvero inquietante, quello delle ultime ore, presso tanti Istituti penitenziari del Paese.

 

 

Proteste e rivolte hanno causato feriti, morti e ingenti danneggiamenti di beni dell’amministrazione penitenziaria. La situazione ha avuto inizio da ieri, a seguito di emanazione misure contenitive sui colloqui familiari/detenuti, in via preventiva per evitare la diffusione da contagio COVID-19

Oltre Milano, Modena, Frosinone, Foggia, Pavia, Bologna, Roma, Napoli, Genova etc…anche l’Istituto di Teramo e di Chieti ove, fortunatamente, non si sono registrati feriti e danni. A Teramo, con non poche fatiche, il Comandante di Reparto ed il personale di Polizia Penitenziaria sono riusciti a mediare con la popolazione detenuta. A Chieti, i detenuti hanno manifestato la loro protesta durante la fruizione della “permanenza all’aria” e hanno dichiarato lo sciopero della fame.

A darne notizia, con profondo rammarico, sono Paola Puglielli Segretaria Generale Funzione Pubblica CGIL Abruzzo Molise e Giuseppe Merola Coordinatore Regionale FP CGIL Abruzzo Molise Polizia Penitenziaria.

Una vera e propria sconfitta delle politiche gestionali del Ministro della Giustizia (Alfonso Bonafede) e del Capo Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (Francesco Basentini)

– chiosa la FP CGIL Abruzzo Molise -Da tempo, ormai troppo, le rappresentanze sindacali denunciano le carenze organiche, la scarsa sicurezza nei luoghi di lavoro e la mancanza di risorse e mezzi. Una cifosi politica ed istituzionale inaccettabile ed aberrante, che ha fatto collassare il sistema penitenziario italiano – continuano, i sindacalisti, senza mezzi termini – con sempre più fuorvianti e paradossali ripercussioni sul benessere psico-fisico delle lavoratrici e dei lavoratori.

Nelle carceri abruzzesi e molisane, la situazione è altrettanto allarmante: c’è una grandissima vacanza di poliziotti penitenziari, diverse strutture sono obsolete, mancano medici ed infermieri e vi è un alto indice di detenuti affetti da patologie psichiatriche. Il Provveditore Regionale (Carmelo Cantone) si è sempre mostrato scrupoloso ed attento a questi continui affanni, ma il Dipartimento centrale e il primo inquilino di via Arenula devono fare la propria parte.

Lo Stato faccia sentire la sua autorevole presenza, prima che sia troppo tardi. I vertici vengano avvicendati immediatamente e gli Istituti tornino ad una normale e sacrosanta serenità, a tutela di tutta la collettività – concludono Puglielli e Merola –

Esprimiamo solidarietà e vicinanza alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria, in questo momento cosi difficile e sensibile.

 

Impostazioni privacy