Coronavirus, tampone a tutti gli abruzzesi: la proposta

Riceviamo e pubblichiamo un intervento del comitato regione del PCI Abruzzo Contrastare la diffusione del virus è una necessità assoluta, che al momento può essere perseguita solo con misure che assicurino il distanziamento sociale.

 

Sostiene, infatti, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che “Non esistono trattamenti specifici per le infezioni causate dai coronavirus e non sono disponibili, al momento, vaccini per proteggersi dal virus … Riguardo il nuovo coronavirus 2019-nCoV, non esistono al momento terapie specifiche, vengono curati i sintomi della malattia (così detta terapia di supporto)”. L’unica forma di contrasto, dunque, risiede nella prevenzione. A conferma di tale tesi, sottolinea ancora l’ISS, che “è possibile ridurre il rischio di infezione, proteggendo se stessi e gli altri, seguendo alcuni accorgimenti”. Siamo di fronte, dunque, ad un fenomeno pandemico del quale non si conoscono al momento rimedi farmacologici e rispetto al quale l’unica “cura” attivabile è riconducibile a misure di natura sociale e comportamentale.

 

E’ una tesi che è posta a fondamento del D.L. 23 febbraio 2020, n. 6, nel quale si dà atto che “l’Organizzazione mondiale della sanità il 30 gennaio 2020 ha dichiarato l’epidemia da COVID-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale”; che si è di fronte ad una evoluzione della situazione epidemiologica e del suo “carattere particolarmente diffusivo”. La medesima tesi ha sostenuto i dpcm che si sono succeduti dal 23 febbraio, fino a quelli dell’11 e del 21 marzo, nei quali sono contenute le norme draconiane di contenimento del virus. Va ricordato, inoltre, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’11 marzo scorso ha dichiarato “che il focolaio internazionale di infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 può essere considerato una pandemia” (fonte ISS). Gli effetti devastanti, sul piano della salute pubblica, del servizio sanitario pubblico, sul piano della tenuta del sistema economico, della tutela dei lavoratori, del mantenimento dei livelli occupazionali, cominciano a sentirsi in maniera violenta ed insostenibile. A partire, per quel che riguarda l’Abruzzo, dai comuni della vallata del Fino, finalmente riconosciuta, comprendendo anche il comune di Elice, zona Rossa.

 

Tuttavia, se, da un lato, i provvedimenti adottati hanno l’obiettivo di attuare misure di controllo del rischio e della contaminazione al fine di contenere e sconfiggere l’epidemia, dall’altro lato, le medesime misure rischiano di essere inefficaci se non si conoscono con precisione i dati relativi alla diffusione del virus, se non si conoscono i dati relativi al numeri dei contagiati. Il distanziamento sociale, la violazione del quale è sanzionata per chi è risultato positivo, diventa un invito certamente perentorio ma non assoluto per tutti gli altri, fra i quali possono esserci positivi asintomatici inconsapevoli di esserlo. La conoscenza del quadro puntuale di tutti i contagiati (sintomatici e non), dunque, perché le misure di distanziamento sociale siano realmente efficaci, diventa un dato fondamentale.

 

Per questo è necessario avviare una generalizzata attività di somministrazione del tampone a tutta la cittadinanza. Stupisce e sconcerta l’inerzia sul punto della Regione Abruzzo, se si pone mente alla circostanza che la Costituzione affida ad essa (e a tutte le regioni) competenze istituzionali nel governo della sanità e della salute pubblica. La Regione Abruzzo dia un segnale della propria presenza in questa fase drammatica. Disponga la somministrazione a tutti i cittadini residenti del tampone perché possa essere conosciuta la reale diffusione dell’epidemia e, conseguentemente, possano essere adottate efficaci misure di contenimento e superamento della pandemia.

 

Tutti i consiglieri regionali, di maggioranza e di opposizione, tutti i componenti della giunta regionale, per ripristinare finalmente quel legame che si assume come interrotto fra comunità amministrata e politica, devolvano un mese della loro indennità per finanziare l’acquisto, la somministrazione e l’analisi dei tamponi a favore di tutta la popolazione abruzzese. Solo così il principio di rappresentanza che è posto a fondamento del nostro sistema democratico smetterebbe di essere una vuota petizione e tornerebbe ad essere un riferimento credibile e fondante dei livelli istituzionali di questo Paese.

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