Coronavirus, crolla export verso la Cina: il vino settore più colpito

Anche in Abruzzo drastico calo delle esportazioni Made in Italy in Cina nel mese di gennaio con l’inizio dell’emergenza Coronavirus che ha frenato i consumi nel gigante asiatico ma anche i flussi commerciali per i limiti posti al trasporto di persone e merci.

 

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al gennaio 2020 che, a livello nazionale, registrano una diminuzione dell’11,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dati che si riflettono anche sull’economia abruzzese, dove la preoccupazione riguarda soprattutto il settore del vino, che è il prodotto più esportato in Cina e sta registrando una forte flessione delle vendite sul mercato asiatico. La situazione è preoccupante e i produttori chiedono interventi di tutela soprattutto dopo la notizia dei rinvii delle grandi fiere del Vino in Cina (a partire da quella  Chengdu ma anche del Vinexpo di Hong Kong) e alla preoccupante assenza dei compratori cinesi ai grandi appuntamenti internazionali.

“Una conferma delle preoccupazioni sull’effetto negativo dell’epidemia sulla crescita mondiale è evidenziato dal Fondo Monetario internazionale (FMI) con i vincoli ai trasporti per cercare di contenere il contagio che – sottolinea la Coldiretti – si stanno riflettendo anche sulla logistica delle merci con incertezze e ritardi che impattano sugli scambi commerciali. A pesare – precisa la Coldiretti – sono anche i limiti agli spostamenti interni dei cittadini cinesi che cambiano le abitudini di consumo soprattutto fuori casa. Il risultato è un brusco freno alla domanda interna e alle attività di promozione con il vino che è il prodotto tricolore più esportato in Cina per un valore, a livello nazionale, stimato dalla Coldiretti in 140 milioni di euro nel 2019 sulla base delle proiezioni annuali su dati Istat relativi ai primi dieci mesi. La Cina – sottolinea la Coldiretti – per effetto di una crescita ininterrotta della domanda è entrata nella lista dei cinque Paesi che consumano più vino nel mondo ma è in testa alla classifica se si considerano solo i rossi, tra cui anche il Montepulciano d’Abruzzo”.

Coldiretti Abruzzo evidenzia che lo stallo del settore vitivinicolo è solo la punta dell’iceberg di un problema che avrà ripercussioni sull’intera economia regionale, con conseguenze immaginabili anche su tutti i settori produttivi.

A preoccupare – denuncia la Coldiretti – sono anche le speculazioni in atto sui prodotti agroalimentari Made in Italy in alcuni Paesi dove vengono chieste senza ragione certificazioni sanitarie sulle merci in entrata e ci sono state anche assurde disdette delle forniture. Coldiretti chiede misure di sostegno alle attività più duramente colpite attraverso fondi specifici (anche a tutela delle attività che risentono del calo delle presenze turistiche come l’agriturismo), sgravi fiscali e contributivi con il rinvio di pagamenti, compensazioni previdenziali delle giornate di lavoro perse e – conclude la Coldiretti – attivazione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori nonché interventi per colpire le pratiche commerciali sleali che frenano le esportazioni ed un piano promozionale sulla sicurezza e qualità del made in Italy alimentare all’estero.

“Serve un impegno delle autorità nazionali e comunitarie per fermare pratiche insensate che rischiano di far perdere quote di mercato importanti alle produzioni nazionali per colpa di una concorrenza sleale che mira a screditare i prodotti dall’Italia che sono sani i garantiti come prima” afferma Coldiretti Abruzzo nel sottolineare che “si tratta di comportamenti ingiustificati che mettono a rischio la libera circolazione delle merci anche all’interno dell’Unione senza alcuna valida motivazione scientifica e vanno a colpire un settore strategico del made in Italy come l’agroalimentare che cresce all’estero ed esporta oltre 42 miliardi di euro”.

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