Certificati bianchi: affidamenti illegittimi e soldi spariti. Interrogazione parlamentare di Colletti

“Un’interrogazione per fare chiarezza sulle ingenti somme che alcuni comuni abruzzesi non hanno ancora ricevuto dalle società alle quali avevano affidato la gestione e la richiesta dei certificati bianchi al GSE.

 

I certificati bianchi da opportunità sono diventati l’ennesimo caso italiano di danno erariale e privatizzazione dei benefici”. Questo meccanismo, entrato in vigore nel 2005, è il principale strumento di promozione dell’efficienza energetica in Italia. I certificati bianchi sono titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento dell’efficienza energetica. Un certificato equivale al risparmio di una Tonnellata Equivalente di Petrolio (TEP), questi possono essere convertiti in crediti (danaro) da parte di coloro che dimostrano il risparmio.

 

Nel caso delle amministrazioni pubbliche che eseguono opere importanti i crediti possono essere somme ingenti, pari a milioni di euro. “Pare che diversi comuni , tra i quali Francavilla al Mare e San Giovanni Teatino, si sono affidati a delle società che prendendo in carico la procedura di certificazione dell’ efficientamento e la richiesta dei crediti al GSE, ma ad oggi non hanno ricevuto le somme spettanti. Una cosa da capire è il perché le amministrazioni pubbliche non abbiano sporto denuncia visto che non si parla di cifre esigue”sono le parole dell’on. Andrea Colletti a seguito della presentazione di un’interrogazione parlamentare, rivolta al Ministro delle Sviluppo Economico per sapere se il ministero ne sia a conoscenza e quali azioni intenda intraprendere. “Le cose che non tornano sono diverse.

 

Dal punto di vista procedurale diversi comuni hanno fatto affidamenti diretti grazie ad una valutazione completamente errata e al ribasso rispetto all’effettivo valore dell’operazione. Questo il caso di San Giovanni Teatinodove il valore effettivo del servizio appaltato risultava notevolmente superiore all’importo posto a base di gara, con uno scarto notevole tra valore reale e valore fissato dei Tee, in modo da eludere il ricorso alla gara aperta, procedendo, invece, all’affidamento diretto alla Gandalf. ll caso di Francavilla al Marepresenta forti analogie, sussistendo irregolarità e anomalie simili, sintomatiche di un modus operandi consolidato. Infatti, Gandalf ha richiesto mesi prima di qualsiasi affidamento i certificati bianchi del comune, presentando al Gse le richieste di verifica e certificazione dei risparmi, prima dell’aggiudicazione del servizio e addirittura della pubblicazione del bando”sottolinea Colletti. Secondo il consigliere comunale del M5S di San Giovanni Teatino, Mario Cutrupi“a certificare l’incapacità amministrativa di Marinucci, e della sua maggioranza, è la mancata riscossione di, circa, 2.700.000 euro derivanti dai Certificati bianchi. Nessuno si è accorto che quei “titoli”, di proprietà del Comune, erano stati erogati ad altri.

 

Nessuno si è preoccupato di scoprire che fine avevano fatto quei soldi. Il sottoscritto ha più volte sollevato la questione in Comune, ma sono ancora in attesa della risposta all’interrogazione presentata al Sindaco. Sono curioso di sentire le loro spiegazioni di questa strana storia, a partire da come abbiano potuto assegnare un incarico così corposo direttamente – affidamento diretto- senza una gara pubblica, all’azienda che poi ci ha portato in questa situazione, ossia a non incassare la somma di 2.724.575”. Stessa situazione a Francavilla dove il Consigliere comunale del M5S, Livio Sarchese, non ha dubbi sul fatto che“la vicenda dei cc.dd. certificati bianchi è l’emblema dello scarso interesse con il quale la Pubblica Amministrazione persegue il reperimento delle risorse di cui dovrebbe beneficiare la collettività.

 

Nel caso di specie, a seguito di un imponente lavoro di ricerca e studio, siamo riusciti ad approfondire la vicenda che giaceva, incomprensibilmente, nei cassetti delle Amministrazioni Locali coinvolte tra cui il Comune di Francavilla al Mare sin dal 2017, rimettendo in moto l’iter che ci chiarirà le ragioni per le quali il nostro Ente non ha ancora incassato gli oltre due milioni di euroche ha maturato al 30 giugno 2020, in virtù del riconoscimento del titoli energetici per il risparmio conseguito. Grazie ad una mia interrogazione in Consiglio Comunale, l’intera Amministrazione Comunale, ha preso contezza della sussistenza di un credito che il Comune di Francavilla al Mare ha il dovere – e non la facoltà – di rivendicare dal G.S.E., o dalla Esco che si è occupata della istruttoria. Sono curioso di sapere a chi sia imputabile questo ritardo e chi dovrà corrispondere al Comune questa somma imponente che, rapportata all’intero periodo quinquennale dei T.E.E. riconosciuti dal G.S.E., dovrà portare nelle casse comunali oltre tre milioni di euro”

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