Caro materiali e crisi delle imprese: di questo passo del PNRR non resterà che la carta

Da oltre un anno, come ANCE, abbiamo lanciato allarmi circa il rischio che grava sul settore dei lavori, in assenza di misure per garantire il riequilibrio delle prestazioni contrattuali, a causa dello stravolgimento delle condizioni economiche del mercato, con aumento fuori controllo dei costi dei principali materiali da costruzione.

 

La situazione, nel frattempo, anche per effetto del conflitto in Ucraina, si è ulteriormente aggravata, a tal punto che, oggi, il costo, e la scarsa reperibilità delle materie prime e delle lavorazioni alimentano il rischio di:

– non poter programmare la realizzazione di migliaia di opere pubbliche, prima tra tutte quelle del PNRR;

– fermare la ricostruzione post sisma 2009 e 2016;

– frenare i lavori privati, vanificando, in tal modo, la ripresa avviata proprio grazie agli interventi di adeguamento sismico ed energetico, stimolati dagli sgravi fiscali.

Ormai, stiamo rischiando il tracollo, siamo intorno ad una media di aumento dei fattori della produzione di oltre il 35%.

La conseguenza è che migliaia di imprese sono state, e lo saranno sempre di più nei prossimi giorni, costrette a sospendere di fatto l’attività, con il rischio di fallimento e con gravissime ripercussioni, in primis occupazionali, che inevitabilmente andranno a gravare anche sul bilancio dello Stato.

Le misure messe in campo, finora, per compensare gli extra costi, sono parziali e non tempestive.

La nostra categoria reclama interventi urgenti per compensare adeguatamente gli aumenti, con  misure che impegnino maggiori risorse,  prolungate nel tempo, e, soprattutto, l’introduzione di un meccanismo strutturale di revisione prezzi, in linea con quanto fatto da molti paesi europei.

Suggeriamo, inoltre, anche una serie di misure a costo zero che possono incidere positivamente sulla realizzazione dei lavori, passando attraverso una rimodulazione della programmazione.

Nella ipotesi di Accordo Quadro a parità di importo contrattuale verranno realizzati minori lavori mentre nella ipotesi di nuove realizzazioni sarà necessario rimodulare, riprogrammandolo, il piano pluriennale di investimenti privilegiando le progettazioni realmente avanzate secondo un cronoprogramma effettivamente aderente alla realtà.

I progetti che non hanno possibilità di essere ultimati entro il 2026, dovranno essere post posti, liberando risorse, e realizzati in una fase successiva con le previsioni del Fondo Complementare, con quelle del Fondo di Coesione e Sviluppo 2021/2027 e con gli stanziamenti ordinari di bilancio.

Una ulteriore misura di supporto potrebbe essere costituita, in parte, anche dalla moneta fiscale del “credito d’imposta” per la quota eccedente le somme già stanziate nei quadri finanziari.

  1. a) Per i lavori in corso di esecuzione:
  2. Applicazione per i lavori residui di una vera formula di revisione dei prezzi, in linea con le migliori esperienze internazionali, per garantire il costante allineamento del contratto alle fluttuazioni del mercato;
  3. Per gli Accordi Quadro già aggiudicati sulla base di prezzari non aggiornati (risalenti al 2020 o prima), è necessario imporre un aggiornamento dei progetti prima dell’affidamento degli applicativi;
  4. E’ necessario consentire la risoluzione contrattuale per eccessiva onerosità sopravvenuta, senza sanzioni e/o segnalazioni all’ANAC per l’appaltatore;
  5. E’ necessario garantire l’esonero da responsabilità per causa di forza maggiore, nel caso di ritardi/inadempimenti dovuti agli incrementi in atto ed alle difficoltà di reperimento dei materiali.
  6. b) Per le nuove progettazioni e per i lavori di prossimo affidamento:
  7. Prevedere un costante aggiornamento straordinario dei prezzari da porre a base di gara, al fine di tener conto della crisi congiunturale internazionale.

Risulta positiva, in tal senso, la DGR 55/2022 della Regione Abruzzo che, seppur in attesa di un aggiornamento complessivo del prezzario, consente incremento fino ad un massimo del 30 %, da applicare ai prezzi delle

lavorazioni che prevedono l’utilizzo di materiali che hanno subito anomali

incrementi di costo, in modo da mandare in gara progetti realizzabili, non

compromettere la possibilità di formulare offerte congrue, prevenire eventuali

contenziosi e salvaguardare i principi di una sana e leale concorrenza.

Le stazioni appaltanti devono tenere conto di questa clausola e devono applicarla  anche  in linea con i principi generali dettati dal Codice degli Appalti, per cui  le committenti devono svolgere un’opera di revisione dei prezzari – e dei progetti di prossimo affidamento, che sono stati certamente redatti sulla base di prezzari assai distanti da quelli correnti sul mercato, ogni qualvolta sia riscontrabile – come ora- una loro non aderenza al dato reale, con una forte sottostima degli importi a base di gara, rispetto all’effettiva portata economica dei lavori.

In attesa di risposte dal Governo, a livello locale, collaboriamo, tra tutti gli attori del comparto, per dare la migliore attuazione alle norme che consentono un seppur parziale adeguamento dei costi, facilitando interpretazioni estensive delle stesse, in linea con il reale andamento del mercato.

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