Bombole di ossigeno ad uso farmaceutico. Paolucci: la Regione autorizzi quelle ospedaliere inutilizzate

La Regione risolva il problema della reperibilità delle bombole d’ossigeno per i malati pneumologici che devono fare terapia domiciliare, perché sta diventando un problema serio soprattutto in questo momento, in quanto le farmacie ne sono sempre più sprovviste di bombole e la burocrazia frena l’utilizzo di quelle che gli ospedali non usano più”, così il capogruppo PD in Consiglio Regionale Silvio Paolucci.

 

Si tratta di uno degli effetti collaterali dell’emergenza che ha penalizzato i malati che fanno ricorso all’ossigenoterapia domiciliare. “Non basta firmare un’ordinanza per la definizione di una zona rossa per affrontare i problemi che questa seconda ondata sta generando al territorio, alla comunità e alle strutture, bisogna mettere in condizione di fare tutti la propria parte, eliminando la burocrazia, a maggior ragione se questo consente di salvare vite o consentire che centinaia di persone possano continuare a curarsi – sottolinea Paolucci – Il problema della reperibilità delle bombole di ossigeno ci viene segnalato dalle stesse farmacie, oltre che dai pazienti interessati, spesso costretti a girare da territorio in territorio per procurarsele, anche se ci sarebbe una soluzione percorribile.

 

Altrove, ad esempio in Liguria, al fine di assicurare l’accesso a questo farmaco e garantire l’assistenza e le cure di questi malati, gli uffici regionali competenti hanno autorizzato i medici di famiglia a prescrivere, oltre alle bombole, anche l’ossigeno liquido, facoltà limitata fino a oggi agli specialisti ospedalieri. La stessa cosa potrebbe accadere anche in Abruzzo, con una previsione a monte, ci dicono i farmacisti, perché presso i distributori sussistono un numero di bombole da 8.000 litri, si tratta di bombole grandi che sono qualificate come ospedaliere, perché usate quando negli ospedali non c’era l’ossigeno liquido canalizzato come oggi e che oggi restano inutilizzate proprio perché agli ospedali non servono più.

 

La disponibilità però è rimasta limitata dall’utilizzo ospedaliero, cosa che, se potesse essere aggiornata, risolverebbe la penuria che si riscontra oggi e sarebbe di sollievo anche ai tanti per i quali sono vitali. Per arrivare capillarmente a tutti basterebbe autorizzare le farmacie territoriali, anche solo per il periodo emergenziale, alla distribuzione dell’ossigeno liquido, ma soprattutto per le bombole grandi da 40 litri. Si tratta di coinvolgere i servizi territoriali per far dialogare distributori e farmacie, ma resterebbero immutate le modalità di prescrizione e dispensazione dell’ossigeno liquido per gli assistiti affetti da patologie croniche attualmente seguiti dalle strutture di pneumologia che avviene come fornitura diretta del medicinale a fronte di prescrizione dello specialista”.

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