Assegno di natalità per frenare lo spopolamento delle zone montane

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, nella riunione che si è volta in presenza a L’Aquila, la legge su “Misure urgenti per contrastare lo spopolamento dei piccoli comuni di montagna”.

 

Con il provvedimento si prevede un assegno di natalità, quale misura specifica di sostegno per favorire l’incremento delle nascite e valorizzare la genitorialità in 166 piccoli comuni di montagna: 2,5 milioni di euro la dotazione finanziaria, di cui 1,5 per lo 2022 e uno per il 2023. L’assegno viene corrisposto per dodici mensilità fino a un massimo di 2.500 euro annui, in favore dei nuclei familiari al momento della nascita di un figlio e fino al compimento del terzo anno di vita, o dell’ingresso in famiglia di un minore in adozione o in affido fino tre anni di età.

Previsto un contributo pari a 2.500 euro annui, in favore dei nuclei familiari che, entro novanta giorni dall’accoglimento della domanda, si impegnano a trasferire la propria residenza in un piccolo comune montano della Regione Abruzzo e a mantenerla per almeno tre anni, pena la decadenza dal contributo e la restituzione delle somme percepite.

Nello specifico, la misura si riferisce ai Comuni classificati montani sulla base dei dati Uncem con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti nei quali è stato registrato nell’arco degli ultimi 5 anni un calo demografico superiore alla media regionale. Le famiglie beneficiarie dovranno avere una situazione economica equivalente (ISEE) non superiore a 25.000 euro annui. Soddisfazione è stata espressa dal capogruppo di Fdi, Guerino Testa, il quale sottolinea che la Regione ha stanziato “2,5 milioni per favorire lo sviluppo economico e sociale di 166 piccoli centri”. Critico il grippo di opposizione del Pd: “il testo approvato non sostiene i Comuni e la comunità che ha bisogno di servizi e di attenzione”.

 

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