Arrosticini da laboratorio abusivo: sequestrate carni a Penne

I carabinieri del NAS di Pescara hanno eseguito numerosi controlli all’interno di insediamenti zootecnici, stabilimenti di macellazione e sezionamento carni in Abruzzo.

Le ispezioni hanno riguardato: il benessere degli animali, le condizioni igienico – sanitarie e strutturali delle stalle; la corretta identificazione dei capi; la rintracciabilità dei mangimi e delle carni; i requisiti igienico – sanitari dei locali e dei veicoli destinati alla raccolta e trasporto del latte; le procedure di autocontrollo aziendale. Le verifiche sono state svolte in collaborazione con il personale dei Servizi Veterinari delle ASL competenti.

In provincia di Pescara i militari del NAS e i reparto Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, successivamente al ritrovamento di carcasse di ovini, avvenuto nell’agro del comune di Penne, hanno avviato una serie di accertamenti e riscontri documentali, eseguiti anche attraverso l’incrocio di dati informatici, commerciali e fonti della rete, con la tracciabilità di partite di carni ovine macellate in Francia, attraverso i quali hanno individuato un laboratorio di sezionamento carni risultato essere completamente abusivo. I locali e le attrezzature, che versavano in precarie condizioni igienico-sanitarie e strutturali, venivano impiegati per la lavorazione di prodotti carnei, verosimilmente destinati alla produzione di arrosticini.

I militari, di concerto con la ASL, hanno proceduto al vincolo sanitario di oltre 150 kg di carni fresche lavorate, costituenti materia prima per la produzione degli arrosticini.

In provincia dell’Aquila i NAS, in collaborazione con il personale del Servizio Veterinario, hanno disposto il divieto di movimentazione di 3.177 capi ovini e 22 copi bovini a seguito di disarmonie tra le verifiche fatte in situ e i riscontri in banca dati. I militari hanno documentato inadeguatezze igienico sanitarie e strutturali, anche in tema di benessere animale, che sono state oggetto di immediati provvedimenti prescrittivi da parte dell’Autorità Competente.

In tutto sono state comminate sanzioni amministrative per circa 10.000 euro.

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