Alessandro Grimaldi verso la riconferma alla guida dell’Anaao Assomed regionale

Alessandro Grimaldi, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, verso la riconferma in qualità di segretario regionale dell’Anaao Assomed, il sindacato dei dirigenti medici più rappresentativo in Italia e in Abruzzo (dove i suoi iscritti sono un quarto del totale dei dirigenti sanitari delle Asl).

La riconferma del mandato per ulteriori quattro anni a Grimaldi, unico candidato al vertice della segreteria, avverrà in occasione del congresso regionale in programma sabato 28 maggio, nella sala convegni de “La Dimora del Baco”, a L’Aquila, a partire dalle ore 10.

Il segretario avrà come vicesegretaria per la prima volta una donna, Gabriella Marini, già segretaria aziendale di Teramo per l’Anaao, e tre nuovi giovani segretari aziendali operanti nelle varie Asl del territorio – Giovanni De Berardinis (Chieti), Rita Greco (Pescara), Guevar Maselli (Teramo) – che si aggiungeranno al riconfermato segretario aziendale dell’Aquila, Loreto Lombardi. 

“In questi quattro anni – dichiara Alessandro Grimaldi – abbiamo registrato 370 nuovi iscritti e, nonostante 270 pensionamenti e i disagi legati alla pandemia, il sindacato è cresciuto di circa 100 unità rispetto al 2018. In Abruzzo gli iscritti all’Anaao, rappresentati per la stragrande maggioranza da medici, ma anche da biologi e fisici, sono circa 700 su un organico complessivo di 2800 dirigenti sanitari delle Asl abruzzesi. Dunque, uno su quattro è iscritto all’Anaao”. 

“Fra i tanti problemi che saremo chiamati ad affrontare nei prossimi mesi – prosegue Grimaldi – quello delle dimissioni o dei pensionamenti legati alla disaffezione è uno dei più gravi. Spesso come noto i nostri colleghi, negli ospedali, sono costretti a turni massacranti con scarse prospettive di carriera, retribuzioni non elevate e un’organizzazione del lavoro difficile per la carenza di personale. È un problema a cui va posto rimedio nel più breve tempo possibile con nuove assunzioni e la stabilizzazione del personale precario”. 

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