Elezioni, la ricetta di D’Alfonso sulla sanità: “Qualità ed innovazione tecnologica”

dipadalfmarcTeramo. Per uscire dal patologico occorrono controllo, qualità e innovazione tecnologica nella rete organizzativa. Questa la ricetta di Luciano D’Alfonso per migliorare la sanità abruzzese: “Così recuperiamo il tesoretto dei 70 milioni di mobilità passiva”. SOS Sanità, il convegno organizzato dal PD che si è svolto ieri all’hotel Abruzzi a Teramo, non ha percorso il classico canovaccio degli appuntamenti elettorali: oltre due ore di confronto nel corso del quale medici, infermieri e operatori hanno potuto dire la loro, ascoltati dai candidati.

“Il passato non mi interessa ma per superare il patologico bisogna dirsi la verità. La sanità ha bisogno di tornare alla cultura del controllo, della responsabilità e della performance e questo vale non solo per la politica ma anche per l’organizzazione e i centri di spesa. Io partirò da qui: risparmiare sulla spesa con la revisione dei contratti, degli obiettivi chiari e misurabili e soprattutto l’azzeramento della mobilità passiva: da sola vale un tesoretto di 70 milioni di euro”. La ricetta di Luciano D’Alfonso sulla sanità è chiara: una spending review “attiva” che passa attraverso la tecnologia – agenda digitale e innovazione per liberarla da una burocrazia che non comunica al suo interno e con i suoi utenti producendo costi impropri – e una governance “motivata, resiliente, resistente” poiché non abbiamo alcun bisogno di “persone imbolsite ed è questo l’unico Patto che la politica deve fare con chi aspira ad avere ruoli”.
L’iniziativa di ieri è stata promossa da Anna Marcozzi, primario di ostetricia e ginecologia all’ospedale Mazzini di Teramo, candidata per il PD alla competizione regionale, ed ha potuto contare su un’autorevole rappresentativa istituzionale con la partecipazione del sottosegretario alla Salute Vito De Filippo (PD). “Il servizio sanitario è entrato in crisi – ha spiegato la Marcozzi – messo a dura prova da interventi che ne hanno minato l’universalità e dai pesanti tagli. Il leit motiv che ha ispirato le politiche sanitarie italiane in nome del risparmio e della razionalizzazione della rete sanitaria nazionale, considerata troppo “ospedalocentrica”, è stato il taglio dei posti letto e dei servizi ospedalieri. Questa politica di ridimensionamento doveva però essere accompagnata da una parallela crescita dei servizi territoriali che nella nostra regione non è mai decollata”.

“Sono due – ha affermato il sottosegretario De Filippo – i punti fermi del Governo: il Patto per la salute, concertato con le Regioni, sarà pronto entro giugno e il Fondo sanitario non subirà alcun taglio: potrà contare su 109,902 miliardi per il 2014; 113,452 per il 2015 e 117,563 per il 2016 tra i nodi che si stanno affrontando ci sono quello relativo alla razionalizzazione e gestione di beni e servizi, la governance delle aziende ospedaliere e delle Asl, l’applicazione dei costi standard e il personale, la definizione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Sullo sfondo c’è anche il tema della modifica del Titolo V della Costituzione: bisognerà cioè capire quali attribuzioni avranno le Regioni perché anche se rimarrà il federalismo sanitario si sta lavorando per un ruolo più forte del Ministero per il monitoraggio e il controllo”.

“A Teramo più che altrove abbiamo avvertito il condizionamento improprio della politica sulle scelte dell’amministrazione sanitaria – ha sottolineato la candidata sindaca del PD di Teramo, Manola Di Pasquale – ed è nella nostra realtà che dobbiamo difendere con orgoglio la contrapposizione all’arroganza di chi troppo spesso ha gestito la sanità non avendo come obiettivo la migliore qualità per i cittadini ma una strategia del consenso”.

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