Pagano si difende: Nessuna rimborsopoli in Abruzzo-VIDEO

Pescara. “Nessuna Rimborsopoli in Abruzzo, solo indagini su ricevute da poche centinaia di euro”. Minimizza, il presidente del Consiglio Regionale Pagano, sull’inchiesta aperta dalla procura di Pescara sul presunto giro di rimborsi irregolari all’interno dell’Emiciclo abruzzese.

Pagano ha tenuto la sua arringa mediatica difensiva questa mattina nella sede pescarese del Consiglio, affiancato dai colleghi di centrodestra indagati (su un totale di 25): Federica Carpineta e Alfredo Castiglione, oltre ai consiglieri Ricardo Chiavaroli, Lorenzo Sospiri, Gianfranco Venturoni e Alessandra Petri. Grande assente il Governatore Chiodi: “Trattenuto da impegni istituzionali”, si è giustificato Pagano.

Arringa, si, perché il presidente indagato non ha lasciato campo a domande, ma si è limitato a leggere un lungo comunicato ai giornalisti presenti nella sala al terzo piano di piazza Unione, riassumibile in pochi e principali contesti. “La magistratura sta portando avanti in tutta Italia una verifica delle spese dei gruppi consiliari delle Regioni. E la procura di Pescara si e’ allineata: ma non c’e’ nessuna “rimborsopoli d’Abruzzo”. E ancora: “Questa inchiesta non indaga, come altrove, su spese pazze: al Consiglio regionale dell’Abruzzo vengono contestate irregolarità nei piccoli rimborsi di fatture relative a soggiorni in hotel e ristoranti, presentate a seguito di missioni istituzionali. Nessuno scandalo, né uso distorto del denaro pubblico, bensì”, ha sottolineato, “incongruenze nella compilazione dei modelli di rimborso”.

Secondo quanto riferito dallo stesso presidente, gli addebiti riguardano strutture (sia in Italia, che all’estero) convenzionate, che sono state individuate dagli organizzatori degli eventi o dai funzionari a servizio del Consiglio: “Non certamente imputabili a scelte individuali”, ha precisato Pagano.
Passando alla controffensiva, Pagano ha poi girato una sua domanda agli investigatori, ricordando che le indagini si riferiscono al periodo 2009-2012, pertanto non ancora concluse. “Quindi il dubbio è legittimo: perché proprio ora, a ridosso dell’appuntamento elettorale, e con queste modalità?”, si chiede Pagano, “e perché indaga la Procura di Pescara quando la Regione Abruzzo ha sede nel capoluogo, L’Aquila?”

Daniele Galli

 

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