Ricostruzione post-terremoto, indagato il vicesindaco dell’Aquila

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, con la collaborazione di quella di Teramo e di Perugia, hanno eseguito questa mattia quattro misure cautelari in regime di arresti domiciliari, più altre perquisizioni, in ditte, abitazioni e al Comune di L’Aquila nei confronti di attuali e ex assessori e funzionari pubblici aquilani ritenuti responsabili, a diverso titolo insieme a imprenditori, tecnici e faccendieri, di millantato credito, corruzione, falsità materiale e ideologica, appropriazione indebita su appalti legati alla ricostruzione post-terremoto del 6 aprile 2009.

Tra gli indagati c’è anche il vicesindaco dell’Aquila Roberto Riga, con delega proprio alla ricostruzione. Le indagini, iniziate nel novembre del 2012, hanno permesso di svelare l’esistenza di un sistema corruttivo, secondo il quale alcuni imprenditori interessati ai lavori per la ricostruzione post terremoto, fornivano illecite dazioni, quantificate in circa 500mila euro, elargite nei confronti di funzionari pubblici quale contropartita per l’aggiudicazione di appalti relativi a lavori di messa in sicurezza di edifici danneggiati dal sisma del 2009 (tra cui Palazzo Carli, sede dell’Università di L’Aquila). E’ stata inoltre accertata l’appropriazione indebita della somma di 1.268 mila euro, da parte di alcuni indagati, relativa al pagamento di taluni dei suddetti lavori.

L’operazione è stata denominata “Do ut Des”. Quaranta gli agenti impiegati. Sono state eseguite numerosi perquisizioni, anche in uffici pubblici. Le indagini, effettuate da personale della Squadra Mobile dell’Aquila in collaborazione con quelle delle Questure di Perugia e Teramo, sono partite dai lavori di puntellamento (messa in sicurezza) dopo il terremoto devastante del 6 aprile del 2009 di Palazzo Carli, sede del Rettorato, nel centro storico della città. Personaggi di spicco anche due dei quattro arrestati ai domiciliari: si tratta di Pierluigi Tancredi, 60 anni, attuale dirigente dell’Asl numero 1, all’epoca dei fatti consigliere comunale delegato per il recupero e la salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico della città, e Vladimiro Placidi, 57, assessore comunale alla Ricostruzione dei beni culturali dopo il terremoto nel primo mandato del sindaco, Massimo Cialente, nonchè direttore del Consorzio dei beni culturali della Provincia dell’Aquila. Ai domiciliari anche Daniela Sibilla, 38, dipendente collaboratrice del Consorzio beni culturali e già collaboratrice di Tancredi durante i suoi mandati di assessore, e Pasqualino Macera, 56, all’epoca funzionario responsabile Centro-Italia della Mercatone Uno S.p.a. Oltre a Riga, gli altri denunciati sono Mario Di Gregorio, 45, direttore del settore Ricostruzione pubblica e patrimonio del Comune dell’Aquila, all’epoca dei fatti funzionario responsabile dell’ufficio Ricostruzione; Fabrizio Menestò, 65, ingegnere di Perugia, all’epoca direttore e progettista dei lavori per le opere provvisionali di messa in sicurezza di palazzo Carli, sede del rettorato dell’Università dell’Aquila; Daniele Lago, 40, imprenditore di Bassano del Grappa, Ad della Steda Spa, aggiudicataria di alcuni appalti. Sono 13 le perquisizioni, svolte presso alcune ditte, abitazioni private e dentro gli uffici del Comune dell’Aquila.

La reazione di Cialente. “E’ stato un fulmine a ciel sereno, mi sento fortemente tradito”. Queste le prime dichiarazioni del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, a commento dell’operazione ‘Do ut Des’ su presunte tangenti in alcuni appalti del post terremoto. “Sono un garantista però l’unica cosa che mi sento di dire – ha aggiunto – chiedo veramente, disperatamente, alla magistratura e all’autorità giudiziaria, piena luce, comunque e dovunque illuminando qualsiasi angolo, qualsiasi luogo di questa amministrazione comunale. La cosa drammatica è che qualsiasi ombra sul processo che va dalla prima emergenza fino ad oggi per quanto riguarda il processo della ricostruzione getta un discredito terribile, danneggia gravissimamente l’immagine di una citta’ che deve convincere non solo l’Italia ma il mondo che deve essere ricostruita. Dalle pochissime notizie che ho in questo momento – ha proseguito Cialente – si tratterebbe di un fenomeno molto limitato, in particolare di una società che ha utilizzato il puntellamento a palazzo Carli, sede del nostro rettorato. Ma questo non vuol dire. Ripeto, qualsiasi ombra, qualsiasi pelo nell’uovo rovina l’intera immagine della città. Dopo di che spero che tutti gli indagati possano dimostrare la loro innocenza. Ho sempre raccomandato la massima trasparenza, ecco perche’ mio sento fortemente tradito. Abbiamo i riflettori del mondo puntati addosso”. Il sindaco ha quindi parlato, in particolare, di due degli indagati finiti ai domiciliari: Vladimiro Placidi e Pierluigi Tancredi. “Quella di Placidi fu una nomina di un assessore tecnico perche’ fu nominato responsabile della ricostruzione dei beni culturali in quanto direttore del Consorzio dei beni culturali dell’Aquila del quale il Comune era maggiore azionista, diciamo così. Per quanto riguarda Pierluigi Tancredi, invece, era consigliere di opposizione (Fi, ndr) nei primissimi giorni successivi al sisma. Mi disse che era disponibile a dare una mano. Dopo una settimana gli firmai una delega affinché seguisse la ricostruzione degli edifici storici. Ma la notte stessa, io dormivo in camper, fui raggiunto da circa un migliaio di sms di cittadini arrabbiatissimi su questa cosa. Così il giorno dopo lo chiamai dicendogli, guarda la città non capisce questa cosa, per cui la delega gli rimase per 24 massimo 48 ore”. Pierluigi Tancredi era stato precedentemente assessore al Bilancio e alla Cultura quando l’Amministrazione era guidata dal sindaco di centrodestra Biagio Tempesta.

Il commento di Rifondazione Comunista. “Gli arresti per corruzione di Tancredi e Placidi segnano un gravissimo punto di svolta: per la prima volta vengono accertate responsabilità di ex esponenti dell’amministrazione all’interno di quell’intreccio perverso tra singoli politici e imprenditori nella speculazione sui puntellamenti che il PRC fu tra i primi a denunciare anche a livello nazionale, chiedendo chiarezza sulle procedure di affidamento”. Hanno dichiarato Francesco Marola, Goffredo Juchich ed Enrico Perilli, rispettivamente segretario provinciale, di circolo e capogruppo in consiglio comunale di Rifondazione Comunista. “In questo contesto, in cui probabilmente emergeranno altre responsabilità, anche gli avvisi di garanzia – aggiungono i tre – rischiano di intaccare la fiducia dei cittadini nei confronti nella giunta. C’è bisogno di un segnale inequivocabile, pertanto il Partito della Rifondazione Comunista ritiene necessarie le dimissioni immediate del vicesindaco Riga e il ritiro degli incarichi conferiti a Di Gregorio, ormai pluri-indagato, come condizione per continuare la propria esperienza nella giunta Cialente. Inoltre anticipare l’attuazione del piano anti-corruzione, con la rotazione periodica dei dirigenti, è una questione non più rinviabile. Ciò permetterebbe di sottrarre la gestione della cosa pubblica a queste possibili degenerazioni, restituendo la priorità alla politica rispetto allo sviluppo di poteri personali. Da tempo stiamo denunciando l’esistenza di una questione morale, a partire dalla vicenda emblematica delle convenzioni urbanistiche, in cui il consolidarsi di zone d’ombra trasversali alle varie amministrazioni ha consentito il verificarsi di situazioni illegittime. Anche su questa vicenda auspichiamo l’azione pronta della magistratura”.

Il commento della senatrice Pezzopane. “La vicenda venuta allo scoperto dall’operazione di Polizia ‘Do ut des’, che oggi ha portato a 4 arresti per tangenti legate ai fondi post terremoto, è un brutto colpo alla ricostruzione, provo amarezza e delusione. Magistratura e forze di polizia stanno facendo il loro dovere e mi auguro si faccia piena luce sull’intera vicenda e che si individuino tutti i responsabili. Oltre allo scandalo per il fatto in sé, avverto purtroppo la spiacevole impressione che tutto questo avrà ulteriori conseguenze negative sul processo di ricostruzione”. Lo ha dichiarato la senatrice Stefania Pezzopane, eletta in Abruzzo. “Questa mattina, anche qui in Senato – prosegue Pezzopane – tra le persone che mi chiedevano spiegazioni, serpeggiava la delusione per quello che viene percepito come una sorta di senso di tradimento nazionale. Mi chiedono ‘ma davvero con i soldi della ricostruzione si fanno queste cose? Anche in Abruzzo? A L’Aquila?’. Mi rammarica inoltre  che questa ennesima vicenda  appanni l’enorme lavoro, onesto e rigoroso, di  centinaia di ottimi amministratori e imprenditori. Temo che sarà sempre più difficile ottenere consenso alle nostre richieste di risorse e di attenzione nazionale, se si dà spazio  a vicende e comportamenti illegali. Speculare su una tragedia e’ inaccettabile, tanto più che la ricostruzione dell’Aquila e del cratere è appena cominciata e serviranno sicuramente tanti altri fondi per completarla. Per ora quello emerso dalle indagini sembra un fatto isolato, che però coinvolge figure con importanti ruoli istituzionali. Spero possano dimostrare la loro innocenza – conclude Pezzopane – ma rimane un peso grande come un macigno e l’amarezza é enorme”.

Riga si dimette. “Mi tiro da parte come ruolo di vice sindaco e assessore perché vorrei lasciare tranquilla l’amministrazione comunale, il sindaco e la Giunta senza avere dubbi sulla propria attività”. Così Roberto Riga, indagato nell’inchiesta della procura su tangenti e appalti nel post-terremoto. “Un fulmine a ciel sereno su una vicenda che non conosco. Confido nella magistratura che faccia il suo corso, fornirò elementi per mettere in evidenza la mia piena estraneità”. Così il vice sindaco dell’Aquila, Roberto Riga, indagato nell’ambito dell’operazione su tangenti e appalti post-terremoto che ha portato a 4 arresti. “Per le mie azioni c’è la piena tracciabilità – sottolinea – comunque ho un’informazione di garanzia, non un rinvio a giudizio”.

L’Aquila che vogliamo: commissariare il Comune. Alla luce della rilevanza politica dei gravi fatti di cronaca giudiziaria che coinvolgono il Comune dell’Aquila con ipotesi di reato gravissime che manifesterebbero consistenti elementi di continuità con l’attuale amministrazione cittadina, L’Aquila che vogliamo, da tempo impegnata nella lotta a corruzione e concussione con il proprio Punto di Ascolto (Pac) e i vari (e anche recenti) interventi pubblici, auspica e chiederà – annuncia il movimento civico in una nota – il tempestivo commissariamento del Comune dell’Aquila per il ripristino di condizioni normali per la vita dei cittadini e la ricostruzione post-sisma.

Appello per L’Aquila, il sindaco si dimetta. “L’inchiesta e gli arresti sui puntellamenti sono solo l’ultimo episodio che segna definitivamente il tramonto politico del sindaco Cialente e della maggioranza che lo sostiene. Il sindaco si dimetta per consentire alla città una nuova stagione politica legittimata da un rinnovato mandato popolare”. A prendere posizione è il gruppo consiliare Appello per L’Aquila. Solo venti giorni fa – ricorda il movimento in una nota – ponemmo con forza e quasi da soli il tema della legalità e della trasparenza a fronte della pubblicazione di alcune intercettazioni. Facemmo delle richieste al sindaco che non rispose se non con i soliti insulti nel tentativo di minimizzare la voragine della questione morale che ha sotto i piedi. Lo stesso inaccettabile atteggiamento lo assume anche oggi: ‘sono singoli episodi, le indagini sono circoscritte, mi sento tradito’. Non scherziamo, la responsabilità politica del sindaco e’ gigantesca, gli indagati sono uomini da lui scelti prima e dopo in Giunta e ai vertici dell’amministrazione. Il sindaco stesso mesi fa denunciò, con una clamorosa chiamata in correo, gli appetiti spartitori della sua maggioranza. Il minimizzare, il non prevenire possibili conflitti di interesse, affidare ruoli delicati a chi ha già avuto a che fare con la giustizia, difendere l’indifendibile – osserva Appello per L’Aquila – sono il terreno di coltura in cui attecchisce il malaffare, per questo la reazione del sindaco e’ pericolosa e irresponsabile. Al di la’ delle inchieste abbiamo assolutamente bisogno di un cambio di passo per ricostruirci, cosi’ invece ogni giorno si inciampa. E non potrà che andare peggio”. Il movimento, infine, rende nota la richiesta della convocazione immediata di un Consiglio comunale straordinario.

Idv, L’Aquila ancora martoriata. “Con questa vergognosa vicenda giudiziaria, la città dell’Aquila è stata martoriata ancora una volta”. Lo afferma il partito regionale dell’Idv commentando in una nota gli arresti per presunte tangenti in cambio di appalti pubblici per i lavori del post sisma. “Purtroppo non è la prima e non sarà neppure l’ultima, se non si introdurranno da subito misure preventive, di verifica e di controllo eccezionali per reprimere sul nascere ogni forma di discrezionalità gestionale e di abusi che potranno ancora verificarsi nell’uso delle risorse destinate alla ricostruzione. Se si vuole riconquistare credibilità – afferma l’Idv – sarà un preciso dovere dell’amministrazione comunale presentare al più presto alla città e all’intera nazione un nuovo piano operativo di iniziative anti-corruzione e di azioni amministrative a tolleranza zero. Se ciò non dovesse avvenire – conclude l’Italia dei Valori – assisteremo, come sta accadendo, alla solita retorica che si limita ad una scontata fiducia nell’operato della magistratura e riduce i fatti a episodi isolati di responsabilità individuale”.

 

 

 

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