Petrolio, Cygam Energy Italia rinuncia alla concessione di Civitaquana

petrolioIl 25 novembre scorso la Cygam Energy Italia, titolare del permesso Civitaquana, ha inoltrato la richiesta di rinuncia alla concessione.

 

Si tratta di un’area che si estende fra le province di Pescara, Chieti e Teramo, per un totale di circa 600 chilometri quadrati. Il permesso era stato conferito nel 2007 alla Cygam Gas, canadese, per il 65%, e alla Petroceltic, irlandese, per il rimanente 35%. I motivi della rinuncia sono stati illustrati agli investitori dalla Petroceltic: “L’operatore ha recentemente sottomesso una applicazione al Ministero competente per la rinuncia della licenza perché la legislazione regionale non consente l’esplorazione di petrolio nell’area della concessione” In sostanza, tutto merito della legge regionale 48 del 2010, varata dal governo Chiodi. “Ma quella legge, e la rinuncia che ne consegue, partono da molto più lontano che dalla penna di Chiodi” commenta Maria Rita D’Orsogna. “Dopo l’ENI ad Ortona e la Forest Oil a Bomba, la Cygam gas e la Petroceltic abbandonano l’Abruzzo grazie all’attivismo, al tempo, all’intelligenza, all’amore di tutti gli Abruzzesi che si sono mobilitati dal primo giorno del Centro Oli fino ad adesso. E’ stata l’incessante partecipazione popolare che ha messo pressione ai politici che hanno dovuto fare le cose giuste, e ai petrolieri che si sono dovuti arrendere di fronte alla testardaggine di un popolo intero. C’e’ ovviamente molto ancora da fare, con gli incubi Ombrina ed Elsa, le trivelle nel teramano e il maldestro tentativo di far passare il messaggio che le estrazioni e la ricerca di gas siano meno dannose che quelle di petrolio. Ma la strada maestra è tracciata, e occorre solo continuare a rompere le scatole a tutti. Mi auguro anche che questo altro pezzo di Abruzzo salvo dalle trivelle sia di incoraggiamento a tutte le realtà locali che lottano per salvare il territorio da altri scempi meno famosi del petrolio (cave, inceneritori, amianto, fiumi inquinati), ma ugualmente meritevoli di attenzione, di scandalo, e di attivismo partecipato. Sette anni fa, nessuno avrebbe mai immaginato che saremmo arrivati fin qui con il petrolio”.

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