Trenta milioni di euro in meno alle Province abruzzesi: a rischio scuole, strade e servizi sociali

tagli2Sfiorano i 30 milioni di euro (29, per la precisione) i fondi di cui le Province abruzzesi dovranno fare a meno nel 2013.

Una vera e propria mazzata, decisa dal Governo centrale, che va ad aggiungersi ai tagli dei mesi e degli anni precedenti e che ha spinto i presidenti delle Province di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, L’Aquila, Antonio Del Corvo, Pescara, Guerino Testa, e Teramo, Valter Catarra, ad alzare nuovamente la loro voce per evidenziare le enormi ricadute negative causate da questo provvedimento.

“Troppo spesso” spiegano “ci si dimentica che quando si parla di Province si fa riferimento a servizi essenziali, voci di spesa incomprimibili come quelle per la gestione delle scuole, per la manutenzione delle strade e per i servizi sociali. Ci tocca fare quotidianamente i salti mortali per mettere le pezze in modo da garantirne l’erogazione con sempre meno fondi a disposizione, anzi potendo contare ormai quasi solo sulle nostre risorse. Non sappiamo più cosa dire ai cittadini che giustamente pretendono qualità e trasparenza, mentre oggi sono costretti a transitare lungo strade in alcuni casi ridotte a colabrodo e a frequentare scuole ai limiti delle norme di sicurezza. Fortunatamente, nel titolo del Decreto Legge, si parla di misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali, non osiamo immaginare cosa avremmo dovuto aspettarci se avessero parlato di tagli. A noi pare che questa strategia sia anche un modo indiretto e scorretto per sfiancare le Province e renderle deboli anche dal punto di vista dell’opinione pubblica, considerate sempre più enti inutili. Eppure da 150 anni servono il Paese e i cittadini, incidendo per l’1,26% sulla spesa pubblica, diversamente da Regioni, Governo centrale e Comuni che gravano assieme per il restante 98,74%. Ci teniamo a ribadire che non parliamo senza cognizione di causa, se portiamo avanti le nostre ragioni di amministratori di Province non lo facciamo per semplice dovere istituzionale, ma per reale rispetto dell’Abruzzo e dei cittadini abruzzesi”.

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