Stato di agitazione in Regione: le ragioni della Uil la lettera

regione_abruzzoAbruzzo. “A margine del proclamato stato di agitazione del personale della Giunta Regionale d’Abruzzo, ed in particolare delle “esternazioni giornalistiche” da parte degli Assessori Regionali Febbo e Carpineta in merito alla questione in argomento, questa Organizzazione Sindacale, al fine di ristabilire le tante verità violate e di restaurare il quadro fattuale maldestramente e strumentalmente manipolato, avverte l’irrefrenabile bisogno di chiarire.

Preliminarmente, sarà d’uopo precisare che le negatività evidenziate, (formanti oggetto della diffida), in quanto caratterizzate da condotte datoriali sfavorevoli, se non, addirittura, ostili, nei confronti dei dipendenti regionali interessati ai particolari aspetti, siccome presuntivamente violative, fra l’altro, dei principi di buona fede e correttezza, non possono passare inosservate anche in ragione dei danni che si stanno procurando, gravi e, per certi versi, irreparabili.
E, sempre in via introduttiva, sarà utile precisare che la UIL FPL, è determinata a dare seguito, senza indugio, alle diffide proposte innanzi alle Autorità Giudiziarie competenti, prima fra le quali quella relativa all’attività antisindacale posta in essere dalla parte datoriale.
La UIL FPL è parimenti determinata a non consentire a chicchessia di spacciare notizie false e tendenziose con il malcelato fine di nascondere le proprie manchevolezze e limiti; né, tantomeno, disposta a tollerare oltre le modalità gestionali perseguite, in quanto avallate, dall’Amministrazione Regionale, la quale, sarà bene ricordarlo, non perde occasione di assumere comportamenti “matrigni” nei confronti del personale di comparto, per essere, poi, estremamente generosa e tollerante nei raffronti di una classe Dirigente, esageratamente enfatizzata, magnificata, quanto mai numerosa, al di sopra di ogni ragionevole limite, e ben pagata. 
Ma, per tornare alle “esternazioni” dei citati Assessori, prima ancora di procedere alla confutazione delle stesse e, quindi, promuovere un serio contraddittorio, la UIL FPL si sente in dovere di invitare i medesimi autorevoli Assessori a riservare, e magari a spendere, le loro migliori energie a favore delle attività istituzionalmente di cui sono titolari -indirizzo e controllo-, per consentire alla parte Dirigenziale di espletare al meglio i compiti gestionali di appartenenza: tutti (Ente, Dipendenti e Cittadini Abruzzesi), ne trarranno sicuri benefici.
Allo stesso modo la Giunta Regionale viene invitata ad esercitare il ruolo di competenza di indirizzo e di controllo e, conseguentemente, provvedere, con estrema urgenza, a dare concreta applicazione a quanto legiferato dal Consiglio, vale a dire all’adempimento di un preciso dovere: la rideterminazione della c.d. “Pianta Organica”, nella quale ricomprendere i lavoratori degli enti disciolti, ovvero soppressi, che ne hanno diritto.  E ciò anche per colmare le incertezze operative ed organizzative lamentate, le quali, oltre a rappresentare un effettivo vulnus funzionale di carattere generale, stanno arrecando una serie di disagi ai dipendenti regionali, che si sono visti ledere i diritti soggettivi, a tutto danno dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi istituzionali da erogare a favore della collettività amministrata. Inoltre, i citati Assessori Febbo e Carpineta vengono invitati a fornire precisi indirizzi ai signori Dirigenti, per un corretto e funzionale impiego dei dipendenti provenienti dagli enti disciolti, in ragione della semplice considerazione che, in particolare, l’ex ARSSA non è una  riserva di caccia ed i suoi dipendenti non costituiscono una sorta di “riserva indiana” alla quale attingere, mediante compilazione di dedicate “blak list” per l’attuazione di trasferimenti di sede lavorativa, ovvero verso la quale riservare un qualsivoglia trattamento discriminatorio,o, peggio, vessatorio.
Ed ancora, che le sedi dell’ex ARSSA poste in diverse città non  dovranno essere considerate come  territori occupabili ed espropriabili “manu militare”, ma, invece, adeguatamente potenziate, migliorate ed arricchite in senso lato, anche attraverso la previsione di ulteriori, innovativi, servizi connessi al Settore Agricoltura da innestare all’interno della nuova programmazione organizzativa dell’Ente Regione, e ciò anche al fine di consentire l’utilizzo pieno e fruttuoso delle risorse economiche derivanti dai fondi europei: i territori, specie quelli della vallata del Fucino, non devono essere fatti oggetto di illogiche ed immotivate spoliazioni.
Gli appelli di cui sopra in ragione della considerazione che l’organo di Governo Regionale non possa assistere passivamente alla “organizzata disorganizzazione” in atto, ma, al contrario, debba svolgere in piena autonomia le attribuzioni di competenza e garantire il rispetto delle Leggi e dei Regolamenti, anche attraverso l’esercizio dell’attività di vigilanza, per meglio affermare la funzionalità e la qualità dei servizi istituzionali da erogare a favore della collettività amministrata.
Ma, per tornare alle “esternazioni”, evidentemente dettate dal nervosismo, appare evidente che i due Assessori protagonisti, in assenza di validi argomentazioni, cercano di far scivolare il tema nella polemica politica e, quindi, di “metterla in cagnara”, per meglio  celare le rispettive responsabilità ed inadeguatezze.
La UIL FPL, da parte sua, non è interessata a sostenere una qualsivoglia polemica politica, né, tantomeno, a partecipare ad una sorta di disputa da “bar dello sport”, nella quale prevalgono le ragioni di chi “strilla più forte”; di contro, invece, preferisce affrontare i problemi con senso di responsabilità e con pacatezza per ricercare le possibili soluzioni. 
È una strana propaganda affermare che i Sindacati abbiano scelto la rottura, solo perchè, nell’auspicare il rispetto delle regole in vigore e degli impegni assunti, hanno evidenziato talune manchevolezze da parte della Governance e del Management Regionali.
E’ uno strano modo di concepire il principio di “trasparenza” da parte dell’Assessore al Personale Carpineta allorquando nega fatti e circostanze incontrovertibili riguardanti la mancata formalizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti degli enti soppressi, mediante solenni stipulazioni dei relativi contratti di lavoro individuali. Al suddetto Assessore si vuole ricordare che l’azione amministrativa del nostro ordinamento giuridico è improntata all’insegna del principio della trasparenza, che dottrina e giurisprudenza lo hanno estrapolato  tenendolo distinto dai più noti principi di legalità, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione di cui all’art. 97 della Costituzione.Infine, al predetto Assessore, evidentemente distratto da altre questioni, si vuole anche ricordare il mancato adempimento relativo all’obbligo di comunicazione a favore dei Centri per l’impiego, con tutte le connesse conseguenze, prima fra le quali quella di vedersi essere sottoposti ad una ispezione da parte dei funzionari del Ministero del Lavoro.
(Antonio Di Giammartino Uil FP).

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