Edilizia residenziale pubblica: saranno gli inquilini a pagare l’Imu? Il Sunia pronto alla mobilitazione

imu1L’adeguamento dei canoni di Edilizia residenziale pubblica è l’oggetto del progetto di legge presentato dalla Giunta Regionale d’Abruzzo, che sarà esaminato giovedì dalla apposita Commissione.

In sostanza, spiega Ernino D’Agostino, segretario provinciale del Sunia Teramo (il Sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari) “si tratta del tentativo, da respingere, di ‘scaricare’ sugli assegnatari i costi derivanti dall’applicazione dell’Imu sugli alloggi di edilizia residenziale pubblica”.

La proposta prevede che le Ater possano “adeguare i canoni di locazione nella misura dei maggiori costi di bilancio derivanti dall’imposta medesima e comunque entro un incremento massimo del 30 per cento”.

“Qualora l’intervento legislativo fosse approvato” aggiunge D’Agostino “si determinerebbe il rischio di un aumento rilevante e generalizzato dei canoni di locazione pagati dagli assegnatari. Nel caso dell’Ater di Teramo, i 2.500 inquilini potrebbero ritrovarsi sul ‘groppone’ i 390 mila euro pagati per l’Imu dall’Ater ai Comuni della provincia di Teramo. Si tratterebbe di un ‘salasso’ inaccettabile per famiglie che, in molti casi, vivono una condizione di pesante disagio economico”.

Il SUNIA, che chiederà un’audizione urgente alla II Commissione del Consiglio Regionale, invita, dunque, la Giunta Regionale e i Gruppi consiliari ad evitare quello che viene definito un “inaccettabile” intervento.

“Il problema dei costi derivanti dall’applicazione dell’Imu va affrontato in altra maniera” conclude la nota. “Occorre chiedere ai Comuni di rimodulare i regolamenti e, così come chiesto nella piattaforma di contrattazione sociale condivisa dal Sunia, di introdurre l’esenzione per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, in modo da liberare risorse da destinare alla manutenzione del patrimonio abitativo. Se il legislatore regionale vuole intervenire sul sistema dell’Erp per garantirne l’equilibrio economico, c’è un’altra via da seguire: una riforma che istituisca l’Azienda unica regionale, fermi restando i nuclei operativi per l’erogazione dei servizi nelle attuali sedi territoriali, determinando le condizioni per una consistente riduzione del costo degli apparati amministrativi”.

In conclusione, il Sunia si dice pronto, insieme alle altre organizzazioni rappresentative degli inquilini, a dar vita a forti azioni di mobilitazione a tutela delle condizioni di vita di chi è già colpito dagli effetti della crisi.

 

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