Crescono gli occupati in Abruzzo, ma non è lavoro stabile I DATI

L’occupazione in Abruzzo vola ai livelli pre-crisi: secondo i dati Istat resi noti oggi, gli occupati nel terzo trimestre del 2017 sono 512.000 rispetto ai 485.000 dello stesso periodo dell’anno scorso, con un recupero di ben 27.000 unità lavorative nell’arco di 12 mesi.

 

Il tasso di occupazione schizza al 59,2% e fa registrare il dato più alto degli ultimi 15 anni, e la notizia acquisisce ancor più valore se si pensa che c’è stato un incremento della forza lavoro: significa che è diminuito lo scoraggiamento e che c’è un ritorno al mercato delle professioni.

 

Il tasso di disoccupazione scende al 9,7% (al di sotto della media nazionale) rispetto all’11,1% dello stesso periodo dell’anno scorso, con una riduzione di 1,4 punti percentuali.

 

“Va sottolineato – spiega Silvio Paolucci, assessore regionale al Bilancio – che gli occupati in Abruzzo erano 459mila nel giugno 2014, al momento del nostro insediamento, dunque da allora abbiamo recuperato 53.000 posti di lavoro. Altri ancora ne verranno creati grazie al Masterplan – la cui piena concretizzazione conoscerà un’accelerazione decisiva nel corso del 2018 con l’apertura dei cantieri – al Patto per lo Sviluppo e attraverso l’ulteriore emanazione dei bandi per i fondi europei”.

 

Paolucci conclude: “Alle cassandre dell’opposizione – che preconizzavano un crollo dell’occupazione in Abruzzo – suggeriamo l’acquisto di una maschera per nascondersi dalla brutta figura”.

 

L’occupazione cresce soprattutto nei servizi,  nel commercio, nell’industria, è stabile in agricoltura, rallenta solo nell’edilizia.   Le altre stime sono tutte positive.  Aumenta il tasso  di occupazione, aumentano gli attivi, scendono i disoccupati ed i lavoratori inattivi e scoraggiati.

Aumenta anche l’occupazione femminile, che era rimasta ferma per oltre 8 anni, relegando la nostra Regione agli ultimi posti nel paese.

Vengono quindi confermati i segnali di una ripresa del sistema produttivo e del mercato del lavoro locale”, – commenta i dati dell’ISTAT Leo Malandra Segretario della CISL AbruzzoMolise.

Era stato, in particolare,  l’INPS (Osservatorio del precariato) ad annunciare nei mesi scorsi un aumento delle assunzioni.       L’Istituto conferma che  la vivacità delle nostre imprese resta inalterata anche nel terzo trimestre.   Eppure è questo il periodo in cui arrivano a scadenza quasi tutti i contratti stagionali ed il saldo tra avviati e cessati è sempre negativo.

 

“Crescono decisamente tutte le tipologie contrattuali (a termine, stagionale, apprendistato), ma rallenta il solo tempo indeterminato.   L’economia è in ripresa, le imprese assumono, ma con una occupazione ancora essenzialmente a termine.    Il mercato del lavoro regionale è in movimento, offre più occasioni, ma non ancora lavoro stabile, non si consolida”, – continua Malandra nell’analisi.

 

Una tendenza rilevata anche dal Ministero del Lavoro (Comunicazioni Obbligatorie), che prende in esame le persone e non solo i rapporti di lavoro.   Anche qui la conferma che il 2017 può essere ormai considerato come l’anno della ripresa.  147 mila le persone assunte nei primi nove mesi, 126 mila quelle che hanno perso o lasciato il lavoro.   Il risultato è il miglior saldo positivo degli ultimi  5 anni (+ 20.373).

Sono soprattutto contratti a termine, o collaborazioni, o somministrazioni. Ma il tempo determinato da noi è meno frammentato, e più lungo rispetto alla media  nazionale:  7  su 10 superano il mese, 4 vanno oltre i sei mesi.

 

Come chiuderà il 2017?   Si fermerà la corsa dei rapporti a termine?

Il contratto stabile non sembra rientrare nei piani immediati delle aziende abruzzesi.    Meno di 30 nuovi rapporti su 100 saranno a tempo indeterminato (compreso l’apprendistato). Molto più richiesti il tempo determinato (48), le collaborazioni (11) e le somministrazioni (11).

Lo dice il Rapporto Excelsior,  che rileva le assunzioni previste dalle imprese regionali nel trimestre novembre 2017 – gennaio 2018.   Il sistema produttivo evidentemente, è in prudente attesa degli incentivi programmati dalla legge di bilancio per il 2018 e riservati, in particolare, alla stabilizzazione dei giovani disoccupati.

Anche questo indice segnala un mercato del lavoro in movimento, ma le differenze territoriali sono enormi.    L’Aquila è la più dinamica, seguita da Pescara e Teramo.   Chieti è più lenta, il suo tasso di assunzioni previste è il più basso in Italia.  E poi, è gravemente colpita da crisi strutturali.

 

“Perché, se è vero che il mercato del lavoro si muove, non si attenua tuttavia la sofferenza del nostro sistema industriale.    Non si fermano le crisi, temporanee e strutturali, cresce la cassa integrazione straordinaria, crescono i contratti di solidarietà”, – afferma il Segretario della CISL AbruzzoMolise.    L’Inps segnala l’allarmante tendenza della nostra Regione: è l’unica a confermare una forte dipendenza dagli ammortizzatori sociali.  Vengono ancora ampiamente utilizzati, non scendono, mentre nel  resto del paese il ricorso alla cassa integrazione è praticamente crollato (-40%).   Dappertutto, tranne che da noi.

 

“Se la ripresa c’è, allora va accompagnata e sostenuta. Il Governo ha predisposto importanti misure”, – sostiene Malandra -. Con la legge di bilancio 2018 viene confermato il percorso tutto italiano di agevolare direttamente le imprese per favorire l’inserimento lavorativo dei disoccupati, in particolare dei giovani NEET.   La notizia buona è che la misura diventa strutturale, ma dobbiamo prendere atto che manca ancora la necessaria attenzione al potenziamento ed alla riorganizzazione dei servizi del lavoro, la vera struttura portante delle politiche attive”.

Secondo stime molto prudenti, il 2018 potrebbe davvero costituire l’anno di svolta per migliaia di   giovani abruzzesi.   Potrebbero essere almeno 20 mila i nuovi contratti stabili incentivati nell’arco di tre anni.

“Ma c’è un grande lavoro da avviare.  Regione e parti sociali devono sentirsi impegnate a sensibilizzare   imprese e lavoratori, a indirizzare le misure verso le fasce deboli del mercato (disoccupati lunga durata, persone con competenze ridotte e qualificazione inadeguata).   Bisogna prevedere percorsi formativi e integrare gli interventi nazionali con le azioni locali, a partire dalla sperimentazione del contratto di ricollocazione.   Importante sarà la nuova programmazione di   Garanzia Giovani e Garanzia Over, anche per promuovere l’occupazione femminile.  Non si può fare affidamento solo sulla spontaneità e sulla buona volontà degli operatori economici !!….Servono insomma azioni forti  di intervento e sostegno  del Governo regionale frutto di una attenta programmazione finalizzata alla ripresa ed allo sviluppo produttivo “– conclude Malandra.

 

 

 

 

Analisi Aps M.Ciancaglini AbruzzoISTAT

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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