Abruzzo, rapporto Svimez. Lombardo: regione poco competitiva

Una regione poco attraente e competitiva, alle prese con un’insicurezza di fondo e che, dunque, ha bisogno di una spinta decisa per tornare a crescere in maniera solida e costante.

 

È l’analisi di Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo, all’indomani della presentazione del Rapporto Svimez. “A fronte di un reddito pro capite e di un’occupazione sostanzialmente rimasti stabili – commenta – siamo in presenza di un Pil che arretra e di una propensione al risparmio che torna a crescere. In altri termini, c’è una sfiducia ancora molto diffusa verso il futuro, dovuta al tracollo della piccola e media impresa, che rappresenta la spina dorsale della nostra economia, e a numerose crisi aziendali ancora aperte, a partire da Honeywell e Hatria, con migliaia di posti di lavoro a rischio”.

 

Come se ne esce? “L’Abruzzo deve tornare ad essere attrattivo e competitivo, per fare in modo che le aziende che investono possano rimanere nel tempo. Per cui, in primo luogo è importante che le decisioni che si prendono siano rapide e senza incertezze: più volte abbiamo detto che rimane ancora troppo lenta la cantierizzazione del Masterplan, il solo strumento che allo stato attuale potrebbe rilanciare gli investimenti pubblici e infrastrutture come strade e porti, di cui le imprese hanno un grande bisogno in un mercato globale che corre oggi alla velocità della luce. Lo stesso vale per le cosiddette Zone Economiche Speciali, di cui si parla da qualche tempo: anche in questo caso auspichiamo che si decida in fretta, perché potrebbero essere fattori di attrazione e competizione molto forti, rispetto ad altri territori che non beneficerebbero di condizioni sicuramente in grado di incentivare impresa e lavoro. Infine, in una regione dove asset importanti come l’automotive, la chimica farmaceutica, l’agroalimentare e il tessile rimangono comparti importanti, si investa ancora di più in ricerca e sviluppo per fare in modo di essere pronti ad agganciare la quarta rivoluzione industriale che cambierà le capacità progettuali e di produzione nel prossimo futuro.

 

In tal senso, massima priorità va data anche alla formazione, affinché le competenze possano essere sempre più centrali nella crescita e nella competizione produttiva. È giunta  l’ora – conclude Lombardo – di rimboccarsi le maniche e lavorare tutti insieme per il rilancio concreto dell’Abruzzo che ad oggi, rispetto alle regioni del sud, rimane la sola regione che fa fatica a crescere”.

 

 

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