Rifiutopoli, telefonate tra Di Stefano e Tancredi: il Senato dice no all’uso delle intercettazioni

intercettazioniLa giunta elezioni e immunità parlamentari del Senato ha negato l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni telefoniche dei senatori del Pdl Fabrizio Di Stefano e Paolo Tancredi, richiesta dalla Procura di Pescara nell’ambito dell’inchiesta ‘Rifiutopoli‘.

La seduta si è tenuta ieri pomeriggio e, dopo la relazione della senatrice Maria Leddi (Pd), si è aperta la discussione nel corso della quale sono intervenuti i senatori Carlo Sarro (Pdl) e Francesco Sanna (Pd). La Giunta ha proceduto a due distinte deliberazioni, approvando all’unanimità la proposta di diniego dell’autorizzazione per quanto riguarda il senatore Tancredi. Nel caso di Di Stefano, invece, è stata respinta la proposta della Leddi di concedere parzialmente l’autorizzazione ad utilizzare le intercettazioni: la Giunta, presieduta dal senatore Marco Follini (Pd), ha quindi deliberato il diniego anche per il senatore Di Stefano.

L’ufficio del gip di Pescara aveva inoltrato la domanda alla Giunta il 27 marzo scorso chiedendo l’autorizzazione ad utilizzare “17 conversazioni telefoniche registrate tra il 13 febbraio e il 30 settembre 2009 sulle utenze di uno dei titolari della società Deco spa (Rodolfo Di Zio), dell’allora “assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni e dell’assessore regionale all’ambiente Daniela Stati”. Delle 17 intercettazioni che il gip di Pescara riteneva “effettivamente necessarie ai fini del decidere”, quattro riguardavano il senatore Tancredi e tredici il senatore Di Stefano, entrambi accusati di corruzione.

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