Inchiesta Il Vate, ascoltati i testimoni prima della sentenza

Pescara. Ascoltati sei testimoni della difesa e fissate le ultime due udienze, questa mattina in tribunale a Pescara, nell’ambito del processo nato dall’inchiesta “Il Vate”, sulle presunte tangenti nel settore Cultura della Regione Abruzzo.

I fatti si riferiscono al 2013 e nel processo sono imputati, con le accuse a vario titolo di concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, truffa, peculato, abuso e falso, l’ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis, il rappresentante legale dell’associazione Abruzzo Antico Ermanno Falone, il responsabile dell’Agenzia per la promozione culturale della Regione Abruzzo Rosa Giammarco e l’imprenditore Antonio Di Domenica. Lucia Zingariello, ex segretaria dell’assessore, è uscita di scena dal processo patteggiando una condanna ad un anno e 11 mesi di reclusione. I

l procedimento mira a fare luce sulle modalità di erogazione dei contributi regionali, sulla base della legge regionale 43/73, successivamente abrogata, che disciplinava l’organizzazione, l’adesione e la partecipazione a convegni e altre manifestazioni culturali con la possibilità di distribuzione di fondi. A dare il via all’inchiesta, la denuncia dell’imprenditore dello spettacolo Andrea Mascitti, che si era rivolto alla Forestale dopo presunte richieste di denaro da parte dell’ex assessore, in cambio dell’erogazione di fondi per l’organizzazione del concorso internazionale di musiche da film “Mario Nascimbene Award” e per un evento al Salone del Libro di Torino.

Questa mattina sono stati ascoltati Pasquale Marchese, un alto funzionario delle Poste, che ha riferito in merito ad un viaggio a Roma di De Fanis, che secondo l’accusa sarebbe stato compiuto dall’ex assessore al fine di raccomandare, per un’assunzione, il fratello della Zingariello. Secondo Marchese, De Fanis si sarebbe invece recato a Roma per discutere circa la soppressione di alcuni uffici postali in Abruzzo e per concordare un incontro con l’ex presidente Gianni Chiodi, poi effettivamente avvenuto. Un funzionario del settore Cultura della Regione Abruzzo ha invece spiegato il funzionamento che regolava la partecipazione della Regione al Salone del Libro di Torino, sostenendo la legittimità dei compensi deliberati a favore dell’associazione Abruzzo Antico. Altri testimoni, infine, hanno riferito di un prestito personale elargito da Di Domenica a De Fanis, che invece secondo l’accusa sarebbe stato versato per ottenere in cambio degli appalti.

Il giudice del tribunale collegiale ha fissato al prossimo 9 novembre l’udienza per l’esame degli imputati e per ascoltare gli ultimi testimoni. Il 6 dicembre, infine, ci saranno la discussione e la sentenza.

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