Indennità guardie mediche. Paolucci: la risoluzione da sola non produce effetti

“Una risoluzione che da sola non può produrre alcun effetto e che rappresenta solo un documento elettoralistico privo di qualunque valore a fini pratici, perché non può andare a modificare decisioni assunte in altre sedi”.

 

Lo puntualizza l’assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, commentando l’approvazione – avvenuta questa mattina in Commissione Sanità al Consiglio regionale – di una risoluzione che punta a sospendere gli effetti della delibera di giunta che ha bloccato l’erogazione dell’indennità aggiuntiva ai medici di continuità assistenziale.

 

“Il Consiglio regionale è il massimo organo della Regione ed è sovrano – spiega Paolucci – ma se davvero l’Assemblea vuole determinarsi diversamente rispetto alla decisione assunta dalla giunta (sulla base di un decreto della Corte dei Conti), deve presentare non una risoluzione, ma un provvedimento amministrativo, seguendo tutto l’iter previsto dalle norme e dai regolamenti, oltre al rilascio dei necessari pareri delle strutture regionali. Solo così l’atto è idoneo a produrre effetti, con tanto di responsabilità amministrativa e contabile in capo a coloro che ne votano l’approvazione. E’ troppo semplice licenziare invece una semplice risoluzione, che non implica alcuna responsabilità patrimoniale per i consiglieri regionali, lasciando la stessa solo in capo alla giunta regionale e in particolare all’assessore alla sanità. Il documento approvato oggi serve solo a generare caos e false aspettative nei medici e nell’opinione pubblica al fine di accrescere il proprio consenso personale.

 

Voglio infine ringraziare le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale, che insieme alle Asl e all’assessorato alla Sanità, stanno individuando le forme legittime per restituire un’indennità aggiuntiva dietro specifici obiettivi. Quanto al passato è di tutta evidenza che saranno i giudici, dunque né giunta né consiglieri a definire la questione. E naturalmente, se i magistrati dovessero ritenere legittima quella indennità definita nel 2006, siamo pronti a prenderne positivamente atto”.

 

LA RISOLUZIONE

 

“Approvata all’unanimità in Commissione regionale Sanità la risoluzione proposta di Forza Italia e sottoscritta da altri consiglieri sul grave problema circa specifiche indennità di rischio tagliate dal Governo regionale ai dottori in servizio presso le Guardie mediche”. Lo comunica il consigliere regionale abruzzese Mauro Febbo che aggiunge, sintetizzando i contenuti della risoluzione: “È indispensabile trovare tutte le soluzioni possibili per salvaguardare i contratti prima di incorrere in contenziosi mossi dal personale medico a seguito dell’approvazione della DGR n. 398/2017”.

 

“Sono soddisfatto – prosegue in una nota – della votazione unanime e soprattutto del parere favorevole alla nostra interpellanza anche da parte dei commissari del Pd che, di fatto, sfiduciano l’operato dell’assessore Paolucci e di questo esecutivo regionale che continua a fare solo pasticci”.

 

“Da subito – spiega Febbo – abbiamo denunciato e chiesto che venisse rivista e bloccata la DGR n.398 per verificare la sua legittimità dall’Avvocatura regionale, credo sia assurdo richiedere ai medici le indennità di rischio percepite fino a oggi. Ci sono Regioni che hanno approvato provvedimenti per congelare la sola indennità. Con tale risoluzione approvata spero la Giunta torni sui propri passi e trovi una soluzione prima che gli effetti della DGR appena approvata si trasformino nell’ennesimo pasticcio creato da questo esecutivo regionale, così da determinare l’annullamento da parte dei medici dello stato di agitazione creando disservizi soprattutto nelle aree interne”.

 

“Ricordo – prosegue Febbo – che la Giunta, con la DGR numero 398 del 18 luglio scorso, ha deciso che i medici non percepiranno i 4 euro in più per ogni ora di lavoro, cifra che va ad aggiungersi ai 22 euro l’ora stabiliti dal contratto nazionale e al contempo chiede alle singole Asl di attivarsi per recuperare le somme fin qui illegittimamente elargite che ammontano a 60 mila euro circa a dottore. Va sottolineato che sugli importi richiesti i medici hanno già pagato le imposte, ma soprattutto che l’indennità è la congrua contropartita a un servizio che gli stessi forniscono a totale loro rischio e pericolo, le stesse Asl non forniscono alcun supporto, neanche di vigilanza”.

 

 

 

 

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