Inquinamento: il mare Abruzzese non è pulito, i dati diffusi da Goletta Verde di Legambiente

legambiente_pePescara. Il mare abruzzese è fortemente inquinato, vittima delle falle del sistema depurativo regionale e delle alte percentuali di batteri che proliferano in corrispondenza delle foci di fiumi e torrenti. Il monitoraggio annuale compiuto da Goletta verde di Legambiente fotografa soltanto sue realtà pulite: lido Riccio a Ortona e la spiaggia in corrispondenza della foce del Borsacchio a Roseto.

Dei 13 punti analizzati nel corso della celebre campagna itinerante di Legambiente, dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, ben 11 risultano fuori legge e 9 altamente critici. I livelli elevati di inquinamento si registrano a Pescara in tre punti: nei pressi del fosso Vallelunga e sul lungomare Matteotti all’ incrocio con via Balilla che risultano fortemente inquinati e a largo della diga foranea (inquinato). A Chieti in quattro zone: nell’area di fosso Marino a Vasto (fortemente inquinato), fosso Del Diavolo a Torino di Sangro (fortemente inquinato), sulla spiaggia accanto al fosso Valle Grande a Rocca San Giovanni (inquinato) e alla foce di fosso San Lorenzo a Francavilla (fortemente inquinato). Quanto a Teramo le criticità interessano altre quattro aree: la spiaggia alla foce del fiume Cerrano a Silvi Marina (fortemente inquinata), la foce del torrente Calvano a Pineto (fortemente inquinata), il fosso sul lungomare Zara a Giulianova (fortemente inquinato) e la foce Vibrata a Martinsicuro (fortemente inquinata).

Gli unici due punti in cui livelli batterici risultano entro i limiti di legge sono le spiagge controllate su segnalazione dei cittadini attraverso il servizio Sos Goletta verde: nella provincia di Chieti, nel comune di Ortona, in località Lido Riccio, presso il Fosso del Riccio, e nella provincia di Teramo, nel comune di Roseto degli Abruzzi, sulla spiaggia in corrispondenza della foce torrente Borsacchio.

 

I dati di Goletta verde del 2012: Rispetto al 2011, quando Goletta verde ha effettuato la medesima campagna, la situazione del mare abruzzese risulta in peggioramento. I dati delle analisi dei biologi di Legambiente sono stati illustrati, questa mattina, a Pescara, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente, Antonio Sangiuliano, direttore Legambiente Abruzzo e Giovanni Damiani, direttore tecnico dell’Arta Abruzzo. “I dati”, ha commentato Antonio Sangiuliano, direttore Legambiente Abruzzo, “evidenziano lungo tutta la costa regionale un sistema di depurazione per lo più inefficace, che vede nelle foci dei grandi fiumi le sue maggior criticità. I risultati delle analisi indicano che l’emergenza depurazione riguarda anche i corsi d’acqua minori, dove, nonostante la normativa regionale, nella maggior parte dei casi non sono esposti neppure dei cartelli informativi sulla qualità delle acque e sui divieti di balneazione anche temporanei”. “Chiediamo”, rincara, “che la questione depurativa regionale nel su complesso venga affrontata in maniera decisa ed efficace con la realizzazione di nuovi impianti e la migliore gestione di quelli esistenti”.

Passando al setaccio foci di fiumi e torrenti e le spiagge segnalate dai cittadini, infatti, i biologi hanno rilevato la presenza di situazioni critiche diffuse su tutto il territorio regionale, segnalate agli enti locali per risalire alle fonti di inquinamento da rimuovere. In particolare a Pescara sono stati prelevati tre campioni, due dei quali sono risultati fortemente inquinati. La prima analisi è stata svolta in Viale Primo Vere, nelle vicinanze della spiaggia libera, dove è stato riscontrato forte odore di fognatura e la presenza di schiume sull’acqua che è stata classificata fortemente inquinata. Il secondo prelievo e’ stato eseguito nella zona del lungomare Matteotti, all’ incrocio con via Balilla, presso la spiaggia all’altezza del numero civico 48. Anche in questo caso il campionamento ha evidenziato un carico batterico molto elevato, tale da ritenersi fortemente inquinato. La terza analisi è stata eseguita a largo della diga foranea, sul lungomare Matteotti: a circa 400 metri dalla linea di battigia, le acque sono risultate inquinate.

Nella provincia di Chieti sono stati evidenziati quattro punti critici, dei quali tre sono stati classificati fortemente inquinati e uno inquinato. I primi tre riguardano Vasto Marina, presso il Fosso Marino a Torino di Sangro, precisamente località Lago Dragoni presso il Fosso del Diavolo, e Francavilla al Mare, località Foro via Tosti presso il Fosso San Lorenzo. La zona inquinata si triva nel comune di Rocca San Giovanni e precisamente si tratta delle acque della spiaggia accanto al fosso Valle Grande in località La Foce.

La situazione non cambia nella provincia di Teramo dove sono stati individuati cinque punti con valori batteriologici superiori alla norma di legge, di cui quattro fortemente inquinati ed uno inquinato. I primi quattro riguardano Pineto, nei pressi della foce del torrente Calvano, Giulianova lido nella zona del Fosso sul lungomare Zara e Martinsicuro, precisamente località La Foce Vibrata. Fortemente inquinato è anche il risultato dell’esame compiuto alla foce del fiume Cerrano, a Silvi Marina.

“Non possiamo che segnalare”, aggiunge Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente, “la situazione di inquinamento causata da alcune foci e da scarichi fognari non a norma. Il nostro monitoraggio conferma quanto già emerso dai dati dell’Istat secondo cui l’Abruzzo, con il 53,8 per cento è tra le peggiori regioni italiane quanto a percentuale di popolazione servita da un efficiente servizio di depurazione”.

 

Daniele Galli


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