Agricoltura Abruzzo, Febbo: ‘Pepe spieghi come risolvere le criticità’

Pescara. “L’assessore Pepe ancora una volta dimostra di non conoscere a fondo né le problematiche relative al mondo agricolo né le dinamiche interne della sua stessa struttura. Infatti con la sua risposta non solo certifica il disastro in cui versa il comparto primario abruzzese ma addirittura si vanta di un lavoro che rasenta percentuali ridicole rispetto alla mole di attività e risultati prodotti negli anni precedenti”.

E’ quanto dichiara il Consigliere regionale Mauro Febbo, che aggiunge: “Mi sarei aspettato, da un assessore regionale, soluzioni e risposte oggettive alle gravi criticità da me sollevate e non le solite e sterili parole di circostanza che somigliano a delle giustificazioni infantili e del tutto fuori luogo”.

“Innanzitutto – sottolinea Febbo – dopo tre anni e mezzo di Governo regionale credo che sia arrivato il momento di prendersi delle responsabilità senza, ogni volta, tornare a puntare il dito al passato. Se proprio vogliamo tornare indietro dobbiamo dire tutta la verità e ricordare come il PSR gestito dal sottoscritto era stato scritto e ‘confezionato’ da alcune note Organizzazioni e lobby che ruotavano intorno allo stesso partito di cui oggi l’assessore Pepe si vanta di appartenere.

Un Programma di Sviluppo Rurale che, nonostante il vero ed unico disastro ereditato dal Governo Chiodi, siamo riusciti a far partire con un tremendo terremoto del 2009 da gestire. Ricordo solo come abbiamo dovuto finanche trovare nel bilancio regionale la quota della compartecipazione al PSR visto che non aveva la copertura finanziaria.

Infatti, da subito, ci siamo attivati presso Bruxelles per chiedere delle opportune modifiche al PSR ed in quattro anni, e non otto come erroneamente viene riportato, abbiamo fatto veri e propri miracoli utilizzando sempre il personale regionale anziché ricorrere a quello esterno.

Ridicolo poi menzionare 1000 giorni come tempo di concessione dei contributi ai giovani visto che era una prerogativa della singola azienda prendersi il tempo necessario, anche di 24 mesi come indicato nel bando, per avviare la propria attività agricola.

Questa possibilità è prevista anche per gli attuali bandi. Invece una cosa si omette di ricordare, ossia come la passata gestione nei suoi tre bandi pubblicati del Pacchetto giovani ha sempre trovato i fondi necessari per rifinanziarlo ed arrivare a pagare fino all’ultimo giovane ammesso in graduatoria. Quel modo di lavorare aveva una visone globale e responsabile del mondo agricolo.

Proprio il contrario di quello che sta accadendo adesso: su 750 domande pervenute solo 250 saranno finanziate aprendo la strada a migliaia di ricorsi visto che vi sono istanze escluse anche per futili motivi pur di finire al più presto”.

“Detto questo – continua Febbo – siamo arrivati a spendere il 60% senza mai rischiare il disimpegno, quello che oggi invece è lo scenario che si prospetta visto il disastro certificato anche dalla Rete Rurale Nazionale.

Nel maggio 2014 il nuovo assessore ha trovato una nuova riorganizzazione del personale della struttura della Direzione Politiche agricole che serviva proprio ad accelerare e riuscire a spendere nei tempi necessari e previsti la restante spesa del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2014. Riorganizzazione, poi, distrutta, mortificata e annientata da D’Alfonso e Pepe con effetti e risultati confusionari denunciati nella conferenza stampa di ieri.

Invece, l’assessore Pepe dovrebbe darci spiegazioni, sempre se è stato messo al corrente, circa la Determina n.DPD/218 del 8/6/2017 avente per oggetto ‘Supporto alle funzioni di programmazione del PSR’ a firmata del suo Direttore Antonio Di Paolo. Delucidazioni su come mai è stato pubblicato sul sito della trasparenza senza l’allegato come richiamato in Determina, come mai, guarda caso, la somma del servizio richiesto è pari ad 39.900 euro e ci deve anche dare delle valide motivazioni per cui si è voluto ricorrere a personale esterno senza utilizzare le decine di professionalità presso la Direzione Politiche agricole”.

“Ovviamente – rimarca Febbo – vorremmo conoscere anche chi è stato invitato e chi a risposto al bando. Mentre l’assessore regionale cerca di rispondere a queste semplici domande vorrei anche capire, soprattutto, come sia stato possibile e plausibile che un Direttore a giugno possa aver firmato una Determina del genere dopo che la Corte dei Conti ha notificato e chiesto alla Regione Abruzzo il riaccertamento contabile dei bilanci del 2014, del 2015 e del 2016 al fine di verificare in modo approfondito e puntale l’ammontare effettivo dei debiti e dei crediti.

Tant’è che si sono bloccate le assunzioni ed gli incarichi di qualsiasi tipo di personale. Pertanto sarà mia premura inviare tale Determina all’attenzione della Corte dei Conti. Detto questo voglio ribadire come questo provvedimento certifichi la mia tesi, ossia la confusione e lo sfaldamento della struttura del Dipartimento Politiche agricole dove si continua a trovare professionalità esterne e non all’interno visto che si cerca un ‘supporto alla valutazione’ proprio per le Misure 4.1, 4.2 e 7.4. a riprova della mia denuncia e preoccupazione”.

“Alle dichiarazioni grottesche e insignificanti rilasciate dell’assessore – conclude Febbo – rispondo che il mondo agricolo aveva un portafoglio di ben 436 milioni di euro che faticosamente eravamo riusciti a portare in Abruzzo con la nuova programmazione 2014-2020 proprio perché negli ultimi anni avevamo dimostrato che la Regione Abruzzo era stata capace di programmare e spendere nei tempi giusti e richiesti. Quello che oggi purtroppo non viene realizzato. Vedremo fra qualche mese chi aveva ragione”.

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