Ospedali giudiziari: 22 abruzzesi rischiano la ‘cura in carcere’

ospedalepsichiatricogiudizarioPescara. Da manicomi criminali a ospedali psichiatrici giudiziari, grazie alla legge Basaglia. Ma un’errata interpretazione regionale di una nuova norma fa rischiare un passo indietro di quarant’anni: i detenuti psichiatrici finirebbero in mini-ospedali dentro gli stessi carceri. Sono 22 gli abruzzesi a rischio: per loro si batte il comitato Stop-Opg.

Condannato per un reato, ma giudicato da una commissione medica come incapace di intendere o volere al momento del crimine: per lui cessa la pendenza penale, ma si attesta una pericolosità sociale. Il detenuto viene quindi obbligato a curarsi presso un ospedale psichiatrico giudiziario, quello che prima della revisione operata da Franco Basaglia nel 1978 (Legge 180) era un manicomio criminale. Una nuova legge, la numero 9 del febbraio scorso, punta al superamento degli Opg: non l’abolizione, come vorrebbe il comitato composto da una dozzina fra associazioni e sindacati, ma obbliga le regioni entro marzo 2013 a costruire strutture previste di custodia dove internare gli ex ospiti degli Opg e continuare la cura ad opera di operatori sanitari. Più decorose, certo, degli attuali ospedali giudiziari, scenario di scempio igienico e civile, ma per il comitato si rischia di passare soltanto a dei mini-opg territoriali all’interno delle mura delle singole case circondariali.

Inoltre, i dipartimenti di salute mentale che dovrebbero prendere in carico questi reclusi soffrono già per mancanza di personale e risorse tali da assicurare un servizio dignitoso. Per potenziare questi servizi, la legge 9 mette a disposizione 38 milioni di euro per il 2012, 52 milioni per il 2013 e ben 118 milioni per la riconversione o la costruzione ex-novo di strutture adeguate. Parecchi soldi, che per il comitato andrebbero spese per realizzare o implementare le strutture dei dipartimenti di salute mentale, per riqualificare e attrezzare le strutture delle carceri, per promuovere la presa in carico dei detenuti psichiatrici e la loro riabilitazione attraverso dei progetti individuali e dei percorsi alternativi all’ospedale giudiziario. Insomma, al posto di spendere per nuovi recinti, aumentare personale e qualità del servizio assistenziale e facilitare il passaggio definitivo dell’assistenza sanitaria dei detenuti dall’amministrazione penitenziaria al servizio sanitario nazionale.

L’Abruzzo, poi, pare navigare a vista in una situazione poco chiara. Nella nostra regione non esistono Opg: per vicinanza i detenuti psichiatrici abruzzesi vengono internati ad Aversa, in provincia di Caserta. Ce ne sono 22 detenuti attualmente in una delle strutture peggio messe di tutto il Paese. E anziché sperare nella nuova legge per passare in una condizione migliore, rischiano di finire nelle carceri delle 4 province. Una nota del 21 maggio firmata dal dottor Vittorio Sconci, referente medico del Superamento Opg del Dsm del capoluogo di regione, spiega che negli istituti di pena di Vasto, Teramo, L’Aquila, Sulmona, Lanciano e Pescara si sta procedendo a costruire nuove camere per  recludere detenuti che, nel corso della pena, cadono in patologie mentali e psichiatriche. Queste, scrive Sconci, potrebbero essere ritenute soluzione provvisoria per collocare i 22 pazienti abruzzesi che a marzo 2013 dovranno lasciare Aversa, per il tempo necessario alla costruzione di almeno 4 strutture residenziali, che una poco specificata commissione regionale  prevede di di istituire una per provincia, da destinare agli ex pazienti Opg e agli altri pazienti bisognosi di riabilitazione. “Il temporaneo rischia di diventare definitivo”, sostiene Alessandro Sirolli, psichiatra e referente abruzzese del comitato Stop-Opg, “ma cosi si passa solo a mini-manicomi negli stessi carceri, anziché intervenire con programmi quali centri diurni,case alloggio o centri di aggregazione”

Chiarezza, infine, viene chiesta alla Regione dal comitato,che attende di sapere cosa programma la Giunta Regionale per adeguarsi alla legge, se ha nominato davvero una Commissione, e anche quali programmi riabilitativi siano stati attuati per le persone già dimesse e in quale regione d’Italia siano stati inviati, considerato che i dati ufficiali del Ministero riportavano 32 cittadini abruzzesi ricoverati presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa. Ora ne sono 22, che fine hanno fatto 10 di loro?

 

Daniele Galli


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