Riordino Comuni Abruzzo: Pd critica proposta di Masci

giovanni_damico“Per la riorganizzazione  territoriale e amministrativa dei Comuni abruzzesi, la Giunta Chiodi non ha  strategia. Tutti i costi scaricati sugli enti locali”. Lo hanno dichiarato i consiglieri regionali del PD  D’Amico, Di Pangrazio e Ruffini che ribadiscono: “L’assessore Masci, porterà all’attenzione della Conferenza  Regione Enti locali (convocata per il prossimo 12 giugno)   una proposta di legge “ Modifiche alla legge regionale  17 dicembre 1997,  n. 143 (norme in materia  di riordino territoriale dei Comuni. Mutamenti  delle circoscrizioni, delle denominazioni e delle sedi comunali. Istituzione di nuovi Comuni, Unioni e Fusioni)” che ripropone, per la riorganizzazione territoriale dei Comuni, le stesse  soluzioni  della proposta di legge inserita nel testo della Finanziaria regionale, che la Commissione consiliare competente, all’unanimità, ha stralciato, rinviando la discussione di quel testo, ad una sottocommissione appositamente costituita con i rappresentanti di Anci, Uncem, e dei sindaci eletti nel Consiglio delle Autonomie Locali”.

I Consiglieri regionali del Pd chiedono di discutere  la proposta di legge nella Sottocommissione del Consiglio regionale
“Mi sento di suggerire – ha dichiarato D’Amico –  ai rappresentanti degli Enti Locali  di esprimere, in sede di Conferenza, parere negativo a tale proposta di legge chiedendo contestualmente l’ immediata attivazione della Sottocommissione che il consiglio regionale ha individuato quale luogo deputato a valutare e  a proporre, in maniera condivisa, soluzioni ottimali per il riassetto amministrativo e territoriale  dei comuni abruzzesi. La proposta di legge che la Giunta Chiodi  ripropone, di fatto, penalizza  gli Enti Locali scaricando solo su di essi gli  oneri di riorganizzazione dei servizi nei comprensori definiti,  senza alcun sostegno di sistema da parte dello Stato e della Regione. Disegnare un  tale riassetto istituzionale e amministrativo, che implica investimenti cospicui che i Comuni oggettivamente non sono in grado di sostenere, significa stravolgere ed annientare, senza una strategia qualificata alternativa, il sistema delle autonomie locali della nostra regione”.

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