Biciclettata Adriatica: il popolo delle due ruote chiede l’approvazione della legge regionale sulla mobilità ciclistica

biciclettataadritatica2Non si è ancora spenta l’eco della Biciclettata Adriatica di ieri che subito il popolo dei ciclisti si fa risentire. E lo fa per chiedere, a gran voce, forte anche delle oltre 600 persone che hanno partecipato alla pedalata domenicale, e alle altre centinaia che, in tutto Abruzzo, ogni giorno usano le due ruote per spostamenti di lavoro, di svago e per sport, l’approvazione della Legge Regionale sulla mobilità ciclistica, che ormai da anni giace su qualche scrivania del Consiglio Regionale.

“E’ una proposta di legge sicuramente migliorabile” scrive in una nota il Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano “ma che, se velocemente approvata, può, con costi irrisori per le amministrazioni, risolvere molti dei problemi che bloccano, attualmente, la mobilità ciclistica nella regione”.

La proposta di legge aggiorna e integra la LR 72/99 rendendola una norma operativa.

Vengono previsti appositi servizi nelle Regioni, Province e Comuni, che si occupano di mobilità ciclistica, e l’inserimento negli strumenti di pianificazione ordinari (Piani Regionali, Piani Territoriali Provinciali, Piani Regolatori Comunali) di reti di percorsi ciclabili e zone a traffico moderato, dove ciclisti e pedoni possano transitare in sicurezza.

“La stessa Regione Abruzzo” continua il Coordinamento Ciclabili “che da una parte incentiva il ciclo turismo, con la pubblicazione di una guida degli itinerari su strada, si dimentica che gli stessi itinerari, per essere credibilmente usufruibili da turisti italiani e stranieri, debbono rispondere a requisiti di transitabilità e sicurezza che, attualmente, non sono garantiti. Corriamo il rischio di richiamare cicloturisti da tutta Europa e consegnargli itinerari molto ben pubblicizzati ma, di fatto, impercorribili, con conseguenze negative immaginabili”.

E così una semplice legge potrebbe coordinare interventi e ottimizzare finanziamenti, promuovendo il recupero di percorsi esistenti, ex tracciati ferroviari, strade rurali, ecc., e codificando comportamenti virtuosi che favorirebbero gli spostamenti urbani in bicicletta.

“Tutti i nostri amministratori” proseguono le associazioni di ciclisti “si dicono a favore dell’uso della bicicletta sia in ambito urbano che extraurbano, per gli spostamenti quotidiani e per lo svago e il turismo, ma poi, alla resa dei conti, non riescono neppure a mettere in atto procedure semplici, come creare zone 30 in città o posizionare rastrelliere per bici nei punti strategici quali scuole, centri commerciali, uffici, ecc.. E’ ora di passare dalle tante parole ai fatti, e l’approvazione della legge è un primo passo, anzi, un primo colpo di pedale”.

L’appello è stato lanciato, ora resta di vedere se sarà accolto.

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