Giornalisti abruzzesi si mobilitano per il licenziamento di Barbara Orsini

Pescara. “Abnorme e pretestuoso”: così il Sindacato dei Giornalisti d’Abruzzo definisce, in una nota, il “provvedimento con il quale la proprietà dell’emittente televisiva Rete 8 ha inteso interrompere il rapporto di lavoro giornalistico con la collega Barbara Orsini dopo 18 anni”. A dare la notizia del provvedimento lo stesso sindacato in una nota.

“Il provvedimento rappresenta un pericolosissimo precedente alla libertà e all’autonomia giornalistica, un deterrente ad accettare supinamente presunte discriminazioni prosegue il sindacato – adoperare la decadenza del vincolo fiduciario come una clava per frantumare un posto di lavoro e un vissuto quasi ventennale significa attaccare al cuore il sistema informativo abruzzese che attraversa forse il momento più difficile della sua storia. I giornalisti non possono e non devono essere né imbavagliati né ricattati con una spada di Damocle sospesa sul posto di lavoro”.

Quindi, l’invito alla “categoria, e in primo luogo i colleghi di Rete 8, d’intesa col fiduciario di redazione, a mobilitarsi affinché non passi la linea del ‘punirne uno per educarne cento’, poiché sappiamo tutti che, tollerando oggi, domani toccherà inevitabilmente a qualcun altro, come purtroppo l’esperienza insegna”.

“Ci rifiutiamo di pensare che il caso-Orsini (nel quale manca qualsiasi atto disciplinare e/o di contestazione da parte del direttore responsabile a norma del c.c.n.l.g.) sia strumentale a un disegno strategico di deterrenza nei confronti degli altri colleghi e dell’azione di un Sindacato già vigile e reattivo ai continui attacchi portati alla categoria che stanno riconfinando l’Abruzzo nel limbo delle regioni più in sofferenza dal punto di vista informativo, peraltro con un preoccupante atteggiamento di sufficienza della politica locale”.

“Il Sindacato fa voti che la propria concreta vicinanza a Barbara Orsini sia quella dell’intera categoria, che sappia così cogliere l’occasione storica di dimostrare coerenza e compattezza e chiede un incontro urgente con la proprietà editoriale”, conclude la nota.

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