Porta a porta: Aciam peggiore d’Abruzzo, solo 17%

porta-a-portaPescara. L’Aciam pecora nera dell’Abruzzo. È il Wwf ad evidenziare come il consorzio marsicano per la raccolta dei rifiuti sia il peggiore tra i 13 abruzzesi, “con un misero 17% di raccolta differenziata”.

Il Servizio Rifiuti della Regione Abruzzo il 10 agosto scorso ha pubblicato il resoconto aggiornato sulla situazione della gestione dei rifiuti nella Regione. “Tra i 13 consorzi di smaltimento presenti in Abruzzo l’ACIAM è quello con la peggiore performance, con un misero 17,1% di raccolta differenziata”, dichiara in una nota il Wwf, “ricordiamo che la Legge regionale prevedeva il raggiungimento del 50% di raccolta differenziata entro il 2009 e il 60% entro il 2011”.

“Chi non ha saputo raggiungere gli obiettivi di legge, che molti comuni piccoli, medi e grandi della regione hanno dimostrato di poter cogliere facilmente adottando la raccolta differenziata porta a porta”, continua l’associazione ambientalista, “deve trarre le dovute conseguenze visto che i cittadini pagano per il servizio della raccolta dei rifiuti e che esistono precise norme comunitarie, nazionali e regionali da rispettare. E’ sorprendente che una S.p.A. come il consorzio ACIAM, che ha anche un socio privato che dovrebbe ‘fare la differenza’ in termini di efficienza, invece di pensare a recuperare questa situazione disastrosa insista nel progetto di megadiscarica per 350mila metri cubi a Valle dei Fiori a 1000 metri d’altitudine e sopra uno degli acquiferi più importanti del centro Appennino”.

Il Wwf, inoltre, stigmatizza la ultime dichiarazioni dell’amministratore delegato di Aciam, Alberto Torelli che nell’ultimo consiglio comunale aperto al pubblico svoltosi giovedì scorso a Pescina “ha avanzato grandi dubbi sulla raccolta differenziata porta a porta”. “Sono scuse che non tengono davanti ai dati della raccolta differenziata di Aciam”, sottolineano gli ecologisti, “di fronte al fatto che migliaia di comuni in Italia fanno la raccolta differenziata in questo modo e tenuto conto che è la stessa regione ad insistere con forza su questo metodo ormai da anni. I cittadini non possono continuare a pagare le scelte di un consorzio che si pone fuori da ogni programmazione comunitaria e regionale e che non rispetto gli obiettivi di legge”.

 

Daniele Galli

 

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