Riforme Arssa, Pd contesta legge Febbo: “Si lasciano soli gli agricoltori”

ruffini_dalessandro_dipancrazioPescara. Contestata, da parte del gruppo regionale del Pd, la legge proposta dalla Giunta Chiodi per la soppressione dell’Agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo. Forte la preoccupazione per la sottrazione di personale e dei servizi di assistenza, promozione e ricerca a sostegno del mondo agricolo; D’Alessandro: “Gli agricoltori rischiano di rimanere soli”.

Sono stati il capogruppo Camillo D’Alessandro e i consiglieri regionali Claudio Ruffini e Giuseppe Di Pangrazio a presentare, questa mattina in conferenza stampa, i 6 emendamenti che il gruppo Pd ha presentato alla cosiddetta Legge Febbo, ovvero la riforma operata nei confronti dell’Arssa, l’ex Ente Fucino, l’agenzia regionale che fornisce servizi di consulenza, assistenza, promozione e ricerca al settore agricolo abruzzese. Emendamenti posti ad una legge che il Pd condivide negli intenti, la soppressione dell’Agenzia, ma non nei termini, perché “chiudere un ente non significa fare una riforma, bensì risolve solo dei problemi burocratici”, sottolinea D’Alessandro.

La soppressione dell’Arssa cavalca l’onda dei tagli agli enti e alle agenzie regionali innescata da Chiodi come ricetta salva-debito, ma il Pd ne confuta anche il risparmio di circa 1milione di euro dichiarato recentemente dall’assessore all’Agricoltura Mauro Febbo: “240mila euro per gli stipendi di due direttori già superflui e non obbligatori, 606mila euro di Irap, una tassa regionale che quindi non entrerà più nelle casse della stessa Regione, e 104mila euro di Ici, tassa esentata alle Regioni, evitabile con il trasferimento dell’Arssa in sedi regionali”, spiega Di Pangrazio. Critiche di contorno che potrebbero confondere le idee: il Pd la riforma la vuole, ma teme per la continuità dei servizi una volta che l’Arssa e il suo personale verrà disciolto, nonostante Febbo rassicura per l’accorpamento nell’assessorato e nella Direzione regionale Agricoltura. Parole non garantiste, secondo i democratici, che vogliono nero su bianco, richiedendole con gli emendamenti, una serie di puntualizzazioni sulla fase transitoria e sulla futura organizzazione delle funzioni ex Arssa. Ridurre entro il 31 dicembre la fase commissariale della liquidazione è l’intento di Claudio Ruffini, scongiurare la “trasformazione dell’assessorato in piccoli ministeri senza direzioni e settori specifici” quella di D’Alessandro. La Legge Febbo, infatti, attribuisce “in via prioritaria” competenze e personale dall’Arssa alla Direzione Agricoltura: “Prioritaria non significa totale, che è quello che chiediamo noi”, afferma il capogruppo Pd, “bisogna evitare lo scippo di funzioni e competenze per non lasciare da soli gli agricoltori”.

Gli altri emendamenti. Art. 1: trasferire alla Giunta Regionale, insieme all’Arsa, gli istituti di ricerca Crab, Cotir e Crivea; Art. 3: riorganizzare entro 4 mesi la Direzione Agricoltura per trasferire competenze e personale per costituire una Struttura Speciale di Supporto, che si occupi,oltre alle ex funzioni Arssa, della Ricerca e della Green Economy(biomasse, fotovoltaico, ecc…), evitando la sovrapposizione delle attività sul territorio regionale. Inoltre, nel periodo di transizione le funzioni e le competenze siano di diretta dipendenza del Servizio Agricoltura e; Art. 4: assegnare al Direttore Regionale Agricoltura, anziché al Commissario liquidatore, la ricognizione di beni mobili e immobili e il loro trasferimento dall’Arssa alla Regione.

Cruciale, quindi, il destino dei 230 dipendenti sparsi negli attuali 75 sedi e uffici periferici dell’Agenzia, D’Alessandro conclude con degli interrogativi: “Incorporare questi in altri uffici non genererà nuovi dirigenti per coordinarli, visto che negli uffici regionali abbiamo un dirigente ogni 10 dipendenti? Inoltre, gli istituti di cui l’Arssa detiene forti partecipazioni, come il mercato della ValPescara-Cepagatti, che fine faranno? Come rimarranno organizzati giuridicamente? Insomma, qual è la strategia di Febbo?”.

 

Daniele Galli


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