Pesca Abruzzo, Pepe scrive al Ministro Martina per tutela della marineria

Pescara. Un lettera scritta dall’assessore alla pesca, Dino Pepe, e inviata al ministro per le politiche agricole, Maurizio Martina, e al sottosegretario Giuseppe Castiglione, per chiedere tutela e attenzione per la marineria.

“Intendo esprimere un sentito ringraziamento per l’impegno dimostrato da tutti nel verificare ed approfondire, nel merito, le istanze rappresentate dalla marineria sulla problematica ‘Fossa di Pomo’ – scrive l’assessore Dino Pepe – E’ stato attivato un fitto ed intenso confronto con tutti i portatori di interesse, già dallo scorso anno, per permettere finalmente alle imprese di riprendere l’attività di pesca nell’areale in una logica di gestione condivisa delle risorse ed in questo senso, esprimo vivo apprezzamento per il lavoro svolto da interlocutori attenti e sempre disponibili come il ministro Maurizio Martina, il sottosegretario Giuseppe Castiglione e il direttore generale, Riccardo Rigillo.

Sul solco tracciato da questo virtuoso metodo di confronto – osserva Pepe – mi faccio portavoce di alcune questioni che mi vengono segnalate con estrema apprensione e preoccupazione dalle associazioni di pescatori in tutte le occasioni di incontro e riflessione.

La marineria è profondamente preoccupata, in primis, sugli esiti del rifinanziamento, anche per l’annualità 2016, dei benefici di cui alla legge 30 del 27/2/1998. Trattasi degli sgravi contributivi per le imprese che esercitano la pesca marittima e che, in modo unanime, viene considerato uno strumento utile e necessario ma che si riduce anno dopo anno e di cui si teme la definitiva cancellazione in bilancio.

Altra problematica segnalata è quella relativa alle modalità di applicazione degli ammortizzatori sociali in deroga nel settore pesca, in particolare a seguito dei chiarimenti relativi ai presupposti della prestazione per la liquidazione delle istanze nella parte in cui si stabilisce la non riconoscibilità, in linea di principio, agli armatori e ai proprietari armatori imbarcati sulle navi dai medesimi gestite, con la motivazione che non è configurabile, nei loro confronti, un rapporto di lavoro subordinato.

In molti casi, si mette in evidenza, che gli stessi armatori, a causa della crisi del comparto rappresentano l’ultimo baluardo di resistenza di un’attività di impresa che, per molti periodi dell’anno, non avrebbe senso tenere in vita e ritengono pertanto ingiusto non usufruire di questi ammortizzatori.

Un’ultima riflessione viene rivolta alla depenalizzazione dei reati commessi nell’attività di pesca professionale nell’ottica della generale revisione del complesso sanzionatorio con la trasformazione degli illeciti da penali ad amministrativi, senza nulla togliere alla salvaguardia della risorsa.

Il rafforzamento delle sanzioni in materia di pesca e acquacoltura, con l’introduzione di alcune depenalizzazioni, anche alla luce delle più recenti normative europee e l’inasprimento delle sanzioni in caso di violazioni delle norme sulla politica comune della pesca, se da una parte viene salutato con favore dai pescatori, dall’altro pone una riflessione sull’entità di dette sanzioni molto spesso ritenute troppo ingenti e sproporzionate rispetto a quanto commesso.

Ritengo che il ruolo di un assessore con delega alla pesca sia quello di farsi carico delle richieste, dei timori, delle esigenze di coloro che vivono in prima linea il mondo della pesca e spero che su queste tematiche si apra una fase di riflessione sui tavoli competenti per individuare – conclude Pepe – possibili soluzioni ed evitare momenti di tensione di certo non utili a nessuno”.

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