Chiodi caccia Giuliante per la frase: “Oggi tutto ciò che dispiace all’Aquila fa piacere a Teramo e a Chiodi”

chiodi_giulianteL’Aquila. È guerra dentro al Pdl. Da una parte Chiodi e i suoi assessori teramani, dall’altra Giuliante e parte del partito aquilano. Scontro aperto sulla sanità a farne le spese è Giuliante. “Le dichiarazioni rilasciate dall’assessore all’Urbanistica ed alla Protezione civile, a margine di una conferenza stampa sulla sanità tenutasi ieri, che ritengo assolutamente gratuite, infondate e pretestuose, appaiono di tale gravità da far venir meno il necessario rapporto di fiducia tra il Presidente della Giunta regionale ed il suo assessore“. Lo premette Chiodi, annunciando la decisione di “ritirare le deleghe ad egli attribuite, sospendendone l’operatività, e di rinviare ogni decisione definitiva all’esito dell’incontro da tenersi venerdì prossimo al mio rientro da Roma. In quell’occasione – ha aggiunto Chiodi – l’assessore dovrà fornire ogni opportuno chiarimento e spiegazione delle sue dichiarazioni, al fine di consentirmi di valutare la sussistenza dei requisiti fiduciari”.

Le dichiarazioni forti rilasciate ieri da Giuliante, ormai quasi ex assessore, sono: “L’operazione Sant’Omero è una presa in giro ai danni della città dell’Aquila, che somma interessi spicci del rettore, Ferdinando di Orio, e della preside di Medicina, Maria Grazia Cifone, alle necessità dell’ospedale teramano. Questi due sodali, perciò, devono dimettersi”. E in riferimento a Chiodi e al Pdl teramano: “Con questa mossa la preside Cifone si è ingraziata anche la politica che conta, che oggi è quella di sponda teramana. È evidente che oggi tutto ciò che dispiace all’Aquila fa piacere a Teramo e a Chiodi”.
Poi ieri serata l’assessore ha smentito quest’ultima “frase incriminata” riportata dall’agenzia Ansa “essa non rappresenta assolutamente il mio pensiero”, anche se in un video di Abruzzo24ore.tv sembra essere stata realmente pronunciata da Giuliante.

Il commento di Camillo D’Alessandro, capogruppo regionale del Pd. “Chiodi caccia Giuliante? La verità è che in Abruzzo non esiste un partito vero, il Pdl, ma un aggregato di potere che se messo in discussione si frantuma. Con una Regione in piena crisi da ogni punto di vista Chiodi non è in grado di garantire all’Abruzzo serenità e stabilità di governo , non è proprio per lui, lasci e non faccia perdere altro tempo all’Abruzzo. Chiodi forse pensa che gli abruzzesi abbiano l’anello al naso. La vera questione tra Giuliante e Chiodi è la protezione civile. Non a caso Chiodi, solo poche settimane fa, ha fatto nominare commissario per l’alluvione nel teramano non l’assessore regionale con delega alla protezione civile, cioè Giuliante ma il Presidente della Provincia di Teramo. Come mai? Come mai Chiodi può essere commissario su tutto ed il resto va affidato agli amici più stretti? Qualche esempio: l’alluvione a Catarra ed i rifiuti all’amico Di Dalmazio. Del resto la stessa cosa è accaduta sulla sanità, fin quando è stata affidata al fedele teramano Venturoni bene, nel momento che si è dimesso allora meglio tenersela per se. Ed il capogruppo in Regione? Ancora un teramano. Ciò ha distorto la lente di ingrandimento e ridotto lo sguardo della Regione, uno sguardo sempre più piccolo fatto di piccoli espedienti. Chiodi deve capire che l’Abruzzo non è fatto dalla piazza sulla quale si affaccia la sua casa ed il suo studio. Dietro la cacciata di Giuliante c’è tutto questo, altro che qualche frase infelice”.

Il commento di Carlo Costantini, capogruppo IdV alla Regione Abruzzo. “Chiodi è allergico alla verità. La verità è che Teramo si sta accaparrando tutto ai danni del restante territorio regionale. Presidente di Regione, assessori, capogruppo PdL e chi ne ha più ne metta. Se, però, qualcuno la verità si permette di pronunciarla, o viene colpito da reazioni stizzite, se rappresenta l’opposizione, o viene cacciato a pedate nel sedere se, come nel caso dell’assessore Giuliante, è un rappresentante della maggioranza. Del resto Chiodi non aspettava che l’occasione per togliersi dai piedi o per ridimensionare l’unica presenza aquilana nelle istituzioni governative. Poteva, però, trovarsi una scusa ed un’occasione migliore, considerato che quello che ha detto Giuliante, in Abruzzo lo sanno tutti a partire da Chiodi che se ne vanta quando è a Teramo e lo rinnega al punto di cacciare un suo assessore e compagno di partito quando è fuori Teramo. Chiodi incapace lo è sempre stato, ma prima almeno si poneva con apparente umiltà nei confronti dei problemi e dei suoi interlocutori, ora che si è montato la testa ed ha cumulato all’incapacità la presunzione, sarebbe ora che l’Abruzzo riuscisse a liberarsene. La nostra regione ha bisogno di tutto, tranne che della guida di un ciuccio e presuntuoso”.

Il commento del segretario regionale del Pd Silvio Paolucci. “Chiodi ci ha abituato a guerre di poltrone nel centrodestra che non interessano ai cittadini, alle prese con problemi ben più gravi. Ma stavolta la vicenda Giuliante rivela un fatto inequivocabile: gli aquilani, siano essi di destra o di sinistra, denunciano una costante spoliazione della città, una ricostruzione che non decolla, una serie di scelte fatte dall’alto che umiliano i cittadini. Solo Chiodi vuol far finta che tutto va bene, ma dovrebbe prendere atto di un fallimento totale. Nel suo compito Chiodi macina un risultato peggiore dell’altro e gli aquilani sono le principali vittime delle sue scelte. Chiodi esca dal suo palazzo dorato e si renda conto in che condizioni è l’Abruzzo. Già che c’é, se ha un sussulto di dignità, difenda gli aquilani dalla cancellazione del loro diritto alla giustizia che il suo governo sta perpetrando con l’amnistia che manderà in fumo i processi sui crolli”.

Il commento di Cesare D’Alessandro, vice capogruppo IdV Regione Abruzzo. “Ieri, giornata di luna piena, Chiodi si è trasformato in lupo mannaro ed ha azzannato l’assessore Giuliante, reo di avere espresso una una sua opinione sugli accordi tra la Asl di Teramo e l’università dell’Aquila. Il dibattito che si è sviluppato ha posto all’attenzione dell’opinione pubblica l’incapacità del centrodestra di affrontare con serietà e competenza gli enormi problemi della sanità in Abruzzo. Il tentativo di far passare la privatizzazione dell’ospedale di Sant’Omero tramite l’università dell’Aquila la dice lunga sulle reali intenzioni di Chiodi e della sua allegra brigata. Appena sarà possibile leggeremo la convenzione che regola i nuovi rapporti tra l’azienda sanitaria teramana e l’università dell’Aquila per poter valutare con cognizione di causa tutte le problematiche sul tappeto. Comunque resta in evidenza l’arrogante comportamento di Chiodi che ha mal digerito l’ingresso in Giunta di Giuliante, il quale, fin dall’inizio della legislatura, non aveva e non ha mai nascosto  di soffrire l’invadenza dei teramani nella gestione sanitaria e soprattutto della ricostruzione dell’Aquila. Oggi sembra che il lupo mannaro si sia placato e voglia ripensarci anche perché a Giuliante non toglierebbe nulla , visto che di deleghe reali non ne ha.
La Protezione Civile è saldamente nelle mani di Chiodi  che l’ha ereditata da Bertolaso e per l’urbanistica bisogna rivolgersi a Chi l’ha visto per scovare un provvedimento di questa Giunta.
Chiodi, resosi conto di tutto ciò, ha smesso i panni del lupo ed è tornato ad essere un coniglio mannaro, perchè sempre mannaro resta”.

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