Biodiversità, scoperti coleotteri e fiore raro su Gran Sasso e Majella FOTO

L’Aquila. Grandi scoperte durante l’iniziativa “Il Racconto della biodiversità dell’Appennino”, organizzata dal Corpo Forestale dello Stato, dal Parco Nazionale del Gran Sasso, dal Parco Nazionale della Majella e dall’Università del Molise, con il patrocinio del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’adesione del Parco Regionale Sirente Velino, delle Amministrazioni Comunali di L’Aquila, Magliano de’Marsi e S. Eufemia a Maiella, nonché di numerosissime Associazioni ecologiste, ambientaliste e di escursionismo (Club Alpino Italiano, WWF, Mountain Wilderness, LIPU, Pro Natura, Appennino Ecosistema, Salviamo l’Orso, NoixLucoli, Compagnia dei Cammini, Gruppo Escursionisti Velino).

Durante il Cammino, durato cinque giorni dal 20 al 24 luglio scorsi, dal Velino alla Majella passando per il Gran Sasso, e in particolare nel corso dei due BioBlitz svoltisi presso le Stazioni di ricerca ecologica a lungo termine (LTER) del Gran Sasso e della Majella, i 16 ricercatori impegnati nelle Ricerche Ecologiche di Lungo Termine su ecosistemi (Rete LTER-Italia) e biodiversità (LifeWatch), assieme ai 40 cittadini partecipanti, hanno scoperto due specie rarissime ed hanno constatato gli effetti dei cambiamenti climatici sui delicati e fragili ecosistemi di alta montagna degli Appennini. In particolare, è stata scoperta la presenza del coleottero Rosalia alpina (foto in alto), raro e protetto in modo prioritario dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea, mai prima osservato sulla Majella (la sorprendente segnalazione è stata inoltrata e subito confermata dagli esperti del Programma LIFE MIPP del Corpo Forestale dello Stato), e della rarissima specie vegetale (della famiglia delle Pirolacee) Monenes uniflora (foto a destra), presente sugli Appennini solo nelle mughete della Majella e del Parco Nazionale d’Abruzzo.Moneses uniflora

Durante i rilevamenti compiuti nelle aree LTER del Gran Sasso, poi, è stata accertata la presenza di ulteriori quattro specie che, provenienti da quote minori, stanno invadendo le preziose praterie di altitudine, habitat protetti in modo prioritario dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea: all’Orchidacea Gymnadenia conopsea, che ha colonizzato le aree di rilevamento del Monte Portella già dal 2014, si sono ora aggiunte altre quattro specie (tra le quali il Trifolium pratense, giunto fino a 2300 metri di quota), confermando una chiara tendenza all’adattamento all’aridità delle comunità vegetali d’alta quota, nelle quali è in corso un processo di graduale degenerazione, con forte diminuzione delle rare specie adattate ai climi più freddi e l’invasione di quelle più termofile: si tratta verosimilmente degli effetti del generale cambiamento climatico osservato in tutta l’Italia Centro-Meridionale negli ultimi 50-60 anni che, in alta montagna, si esprime soprattutto attraverso la forte riduzione della durata del manto nevoso.

I circa 40 iscritti all’iniziativa hanno partecipato attivamente ai due BioBlitz del Gran Sasso e della Majella ed hanno percorso 45 chilometri a piedi, superato 3500 metri di dislivello ed attraversato tre Stazioni di ricerca LTER. Durante i due BioBlitz sono state censite complessivamente 250 specie vegetali, 100 di insetti, 10 di uccelli e 5 di mammiferi. Alcune delle specie di insetti trovate non erano state mai prima osservate in Abruzzo, mentre molte altre sono ancora in corso di determinazione da parte degli esperti.

Il Cammino della biodiversità si è svolto sui monti dell’Abruzzo ed ha unito tre siti LTER di alta quota, gestiti dal Corpo Forestale dello Stato (Monte Velino e Gran Sasso) e dall’Università del Molise (Majella). E’ stato studiato e percorso, prevalentemente a piedi, il paesaggio caratteristico della montagna interna dell’Appennino Centrale, dai boschi misti, alla faggeta, alle praterie di alta quota, con elevatissimi valori di biodiversità. Sono state attraversate aree ad alto valore ambientale e turistico, tre Parchi Naturali, uno Regionale (Sirente-Velino) e gli altri due Nazionali (Gran Sasso e Monti della Laga, Majella), tre Riserve Naturali Statali (Monte Velino, Valle dell’Orfento, Lama Bianca) ed una Regionale (Montagne della Duchessa). I partecipanti sono stati accompagnati da sette botanici, quattro entomologi, due zoologi, un ornitologo, un geologo ed una fotografa naturalista.

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