Arresto Mascazzini, Di Paolo chiama fuori la Regione Abruzzo

angelo_dipaolo“Un funzionario del Ministero dell’Ambiente, ex direttore generale, un professionista apprezzato bipartisan la cui carriera ha avuto inizio col governo di centrosinistra di Romano Prodi ed è proseguita con quello di centrodestra di Silvio Berlusconi. Un tecnico che lo stesso Pecoraro Scanio aveva indicato come capo Dipartimento della Protezione civile. Un curriculum di tutto rispetto, quello che ci è stato fornito da Roma, di fronte al quale cosa potevamo eccepire?”.

L’assessore regionale Angelo Di Paolo, con delega alla Difesa del suolo, chiama fuori la Regione Abruzzo dall’affaire Giancarlo Mascazzini, personaggio che meno di una settimana fa, lui e il Presidente Gianni Chiodi avevano presentato come nuovo Commissario per la gestione di 40 milioni di euro per la difesa del suolo e la prevenzione dei dissesti idrogeologici.

“L’arresto di Mascazzini ha determinato una situazione paradossale” aggiunge “sulla quale le forze di opposizione hanno strumentalmente innescato polemiche lesive e fuori luogo per la trasparenza e la buona fede della Giunta regionale, della quale mi onoro di far parte. Anche se avevamo conosciuto Mascazzini durante la fase di rimozione delle macerie dal centro storico, incaricato dal Governo, non siamo stati certo noi ad averlo indicato come Commissario. Avevamo sì paventato una soluzione del genere proprio per il bene della comunità abruzzese, destinando a quel compito specifico una persona competente che, nel breve periodo, fosse stata in grado di affrontare e risolvere il delicato problema”.

Secondo Di Paolo “il nome di Mascazzini è stato fatto, come avviene per tutte le nomine Commissariali, dal Ministero competente” e la Regione Abruzzo “ha dato il suo assenso sulla base di credenziali ottime per l’incarico, professionista tra i più validi e quotati d’Italia. Del resto non possiamo essere accusati assolutamente di nulla, non essendo noi a conoscenza dell’inchiesta della Magistratura partenopea. Ora invito tutti a riflettere sulla vicenda, evitando di vedere, e far credere, trame poco pulite nelle scelte di questo Esecutivo. Si rischia di esacerbare ulteriormente gli animi di persone politicamente già inclini alla polemica fine a se stessa. Le critiche tuttavia non ci esimono dal cercare un’altra soluzione per risolvere il pressante problema del dissesto idrogeologico. Lo dobbiamo agli abruzzesi”.

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